a dimostrazione che, nonostante gli infortuni che hanno falcidiato la difesa granata, il sistema di gioco è in grado di contenere quasi sempre gli avversari.
Juric torna in panchina dopo due giornate di squalifica e schiera regolarmente Buongiorno, nonostante una spalla malconcia. Pesante il forfait dell'ultima ora di Gineitis per una botta al ginocchio in allenamento e ancora assenti Schuurs, Djidji e Ilic. Tameze rientra dopo un mese e gioca titolare in difesa (inspiegabile dopo la buona prova di Vojvoda a Udine) con Bongio e Rodriguez. Lazaro fa l'esterno a sinistra e Linetty fa coppia insieme a Ricci. In attacco non c'è Sanabria, ed è ancora Okereke ad affiancare Zapata per la seconda partita fila. Gli oltre 24mila del Grande Torino scaldano il clima autunnale, i granata provano a sfondare, ma l'ex centrale Izzo e Marì non abbassano l'attenzione e tengono stretti Okereke e Zapata. I due portieri chiudono il primo tempo senza sporcarsi i guanti, con un predominio territoriale granata e Zapata murato due volte da Izzo, una addirittura con il volto. Nella ripresa il Toro si scuote: ci provano Buongiorno di testa e Okereke di destro, e servono due super interventi di Di Gregorio per salvare la porta brianzola. Mota, appena entrato, scodella per Djuric che non inquadra la porta. Il primo cambio di Juric è Sanabria per un Okereke troppo confusionario, e nel giro di tre minuti la partita prende i binari granata. Pessina trattiene Ricci al collo: rigore netto e Sanabria batte Di Gregorio dal dischetto con un destro alto e centrale. Poi lo stesso capitano monzese commette un fallo sul 21 del Toro e l'arbitro Aureliano estrae il secondo cartellino giallo. Il Monza subisce il contraccolpo e non crea mai pericoli.
Nel finale i granata avrebbero diverse chances per chiudere anticipatamente il discorso, ma Di Gregorio è bravo a volare prima sul tiro di Zapata e dire di no anche a Sanabria. Durante i cinque minuti di recupero la panchina monzese protesta veementemente per un contatto in area tra Lovato e Mota, sul quale il direttore di gara lascia giustamente correre.
Al triplice fischio è
festa per il Toro.
La vittoria contro i brianzoli è arrivata con una partita difficile, contro un avversario ben messo in campo e ordinato tatticamente.
Di sicuro un anno fa queste partite non le avremmo vinte, qualche volta le avremmo addirittura perse. Segno di una maggiore maturità come squadra e di una determinazione tipica da chi ci crede. Rispetto all'andata (e all'anno scorso), a fine gara il Monza si è lamentato dell'arbitraggio ma è bene chiarire che il rigore su Ricci era netto, il 2° giallo a Pessina era sacrosanto e il presunto rigore per il Monza era inesistente (Lovato prende nettamente la palla, anticipando Mota). Da registrare che l'andamento del Toro è migliore rispetto allo scorso anno: dopo 30 partite i granata hanno conquistato 44 punti, 5 in più rispetto al passato campionato.
Nell'era dei 3 punti a vittoria, soltanto una volta i granata avevano fatto meglio: nel 2018-19, toccando quota 48. Ora la prova della verità, con otto sfide prima del verdetto finale: Empoli (T), Juventus (C), Frosinone (C), Inter (T), Bologna (C), Verona (T), Milan (C), Atalanta (T).
Certo che, a questo punto e in questa situazione di classifica pesano come macigni i troppi punti 'scippati' (Monza e Frosinone fuori casa o Fiorentina in casa, solo per citarne alcuni) oppure letteralmente buttati via (Salernitana e Lazio in casa, oppure Fiorentina e Roma fuori). La classifica sarebbe ben diversa, ma sono molte le ragioni e le abbiamo scandagliare per tutta la stagione. Ora siamo alle battute finali. Sarà durissima, quasi impossibile, ma bisogna provarci, perché noi siamo il Toro!
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)