Ma la causa scatenante della maggior parte degli sfottò sta sicuramente nelle dichiarazioni post partita di Buffon e di Andrea Agnelli. Lamentarsi per un rigore che, a termini di regolamento, si poteva concedere, usando espressioni come “mancanza di sensibilità” o “assenza di coraggio” riferendosi all’operato dell'arbitro è assolutamente inappropriato e neppure giustificabile con l'adrenalina del momento. Per non parlare degli insulti veri e propri indirizzati al direttore di gara (“la pattumiera al posto del cuore”, “è un animale”, “deve stare in tribuna a mangiare le patatine”) dette a freddo nella mixed zone. Dopo che per anni di fronte ad episodi arbitrali favorevoli il disco rotto dei bianconeri è stato “non si parla dell'arbitro” suona strano appellarsi alla sensibilità o al coraggio della giacchetta nera in una situazione come quella di ieri. Non mi pare di ricordare Allegri aver parlato di sensibilità quando vincevano i derby al 93’ così come mi sfugge una qualsiasi concessione al merito degli avversari in vittorie juventine sul filo di lana anche con altre squadre.
Chi semina vento raccoglie tempesta dicevano i nostri nonni. Chi ha dimostrato per tanti anni di voler sempre e solo vincere ad ogni costo non può sperare quando viene colpito da avverso destino che si inneschi una qualsiasi forma di solidarietà da parte di chi a più riprese è stato calpestato al grido di “vincere è l'unica cosa che conta”. Io amo il Toro e sono indifferente alle vicende del 90% delle altre squadre. In questo caso però mi dichiaro solidale con chi è stato insensibile alla beffa della Juve. Potrei cambiare idea in futuro quando sentirò qualcuno di quella campana dimostrarsi sinceramente dispiaciuto per le beffe subita da Turone, da Agroppi, da Muntari, da Ronaldo e via discorrendo. Fino ad allora continuerò a pensare a quanto ridicole siano state le parole di chi trovandosi per una volta dall'altra parte della barricata non ha optato per un dignitoso silenzio ed una profonda riflessione su come ci si senta ad essere defraudati. E la sedia di Mondonico nel cielo di Amsterdam resta ancora, a mio parere, la più bella risposta alle vere ingiustizie che il calcio, crudele e meraviglioso, sa infliggere a chi non ha santi in paradiso.
Da tempo opinionista di Toro News, dò voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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