Il testo si adatta alla musica: anch'esso si spezza in sequenze di flash che ripercorrono momenti di una vita avventurosa, l'estro e lo spirito libero d'artista, l'amore per Cristiana, amata a dispetto di tutto e di tutti. Lasciamoli parlare, che si divertono così, anzi diamogli più corda e che si impicchino, sentenzia Gigi che, nel testo della canzone, a tratti parla in prima persona, burlandosi dei bigotti e dei benpensanti.
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Tutto lo spirito di Meroni è riassunto in un solo verso: Meno male che al Luna Park le giostre girano controvento. Miracolo e forza della poesia saper sintetizzare in un rigo l'anima colorata di un uomo "contro".
Il 15 ottobre sta arrivando, come ogni anno, a ricordarci quello che Meroni è stato e a farci rimpiangere quello che sarebbe potuto essere: un talento cristallino sul punto di deflagrare, come un'esplosione destinata a travolgere il mondo del football.
Pronto per sbaragliare lo stato delle cose, come hanno saputo fare solo i grandissimi, quegli astri luminosi che, se paragonati agli altri, risultano talmente abbaglianti da oscurarli.
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Pronto per il futuro, per gli anni ribelli che sarebbero seguiti: nessun altro sarebbe stato come lui, anche se tanti avrebbero tentato di assomigliargli.
Sembra di averlo conosciuto di persona, Meroni detto Calimero, perché mille volte ne è stata raccontata l'epopea e anche noi, che nel 1967 non eravamo nati, abbiamo talvolta la sensazione di esserci stati: e può bastare una bella canzone, scritta più di trent'anni dopo quella tragica domenica, per farci intuire un'emozione o evocare un ricordo.
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