Bei tempi
LASCIARCI LE PENNE
L’oppio calcistico
Roberto Vecchioni
dall'album omonimo, 1985 CGD
Scrivo mentre si sta giocando Milan-Bologna, finale di Coppa Italia: di solito guardo malvolentieri le partite degli altri, quelle in cui non c'è del granata da tifare o da cui non dipendono le nostre sorti. Non c'è gusto, è come vedere un film del quale non t'importa niente, anche se tutti lo presentano come un capolavoro.
Questa volta, almeno, c'è qualcosa di atipico: uno dei due contendenti non fa parte dell'abusata congrega delle squadre che si dividono gli allori e che al trofeo nazionale prendono parte a giochi già ampiamente iniziati, dopo che le altre hanno animato inutili turni di apertura per poi venire sacrificate in gare secche da disputarsi in trasferta. Il Bologna, che forse entrerà nell'élite dei privilegiati, non siamo ancora abituati a vederlo lassù e fa l'effetto dell'outsider che si affaccia all'ultimo atto della competizione. Sembra restituire un po' del pepe che manca da troppo: in tempi non remotissimi ricordo un Palermo finalista e addirittura un Vicenza che si aggiudicò la coccarda nel 1997 a inframezzare i duelli tra le solite note.
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Erano tempi, erano bei tempi, cantava quarant'anni fa Vecchioni al ricordo della propria giovinezza. Lo stesso verrebbe da dire pensando agli anni in cui toccavano a noi certe emozioni: una sfilza di finali, molte perse (incredibile il filotto negativo di tre sconfitte tra il 1979 e il 1982), tutte con il fascino irripetibile della grande occasione che permette di entrare negli annali, di arricchire il blasone con un nuovo successo.
Quelle gare decisive avevano un sapore unico: quando lo hai assaggiato non puoi dimenticarlo.
Poi manca, manca sempre di più.
Ormai la Coppa viene considerata una rottura di scatole, un evento disturbante tra un match e l'altro di campionato, un'inutile sgambata in cui schierare formazioni sperimentali. Invece sarebbe bello crederci. Almeno una volta puntarci con convinzione per provare a vivere una nuova notte magica che permetta di rispolverare l'antico striscione di Torino-Ajax: "E' il nostro momento. Forza ragazzi, fateci godere".
Me lo auguro dall'ultima vittoria del 1993: sono trascorsi trentadue anni di vana attesa, con il sospetto che il sogno sia destinato a rimanere tale.
Adesso ritorno alla partita tra rossoneri e rossoblu, che a essere sincero non m'interessa, ma che mi ha aiutato a ricordarmi di altri tempi. Il problema è che, a furia di ripensarli, diventano l'oppio di un presente calcistico gramo di soddisfazioni, che ti fa sonnecchiare inebetito dagli eventi.
Erano tempi, erano bei tempi, quelli là. E' vero... Ma da allora, che noia ragazzi!
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore. Nel marzo del 2023 è uscito il suo nuovo noir a forti tinte granata "Giallo profumo di limoni. L'avvocato Alfieri in un nuovo caso tra Torino e Sanremo" (Fratelli Frilli Editori).
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