Durante lo svolgimento delle gare, un uomo disorientato si siede sui gradini della Fontana Angelica in piazza Solferino, perso nella ripetizione ossessiva di una frase latina.
Il misterioso personaggio sembra essere Ottorino Ottolenghi, detto Ottocento, rampollo di una delle più ricche famiglie italiane, per tutti morto stritolato dalla motrice della tranvia per Rivoli trent’anni prima.
Quando Ennio Alfieri, avvocato e investigatore per passione, ebbro di entusiasmo dopo il trionfale pomeriggio trascorso in Maratona, viene informato del ritrovamento di Ottorino, amico d’infanzia, fatica a crederci. Ricostruire gli anni perduti di Ottocento, tra la morte e la presunta ricomparsa, e dare un senso alle farneticazioni sibilline dello strano individuo della fontana diventa la sua nuova missione.
A mano a mano che i tasselli si ricompongono emerge un quadro di spietata prevaricazione. Affiancato dagli amici di sempre, don Mario Scassa e il vicecommissario Ranieri, Alfieri porta alla luce una storia sordida: il concetto stesso di Giustizia sembra svuotarsi di significato.
Attraverso le memorie degli anni di scuola e di guerra, muovendosi tra le placide colline astigiane e le ombre urbane, l’Avvocato affronterà il criminale più malvagio nel quale si sia mai imbattuto, che lo farà sentire una marionetta nelle mani di un burattinaio crudele.
“La scomparsa dell'Ottocento” è l'occasione per ritrovare i personaggi e lo stile di Bernardi e per rivivere gli atti conclusivi della rincorsa granata all'ultimo tricolore: un'immersione adrenalinica in una vicenda gialla velata di noir, concomitante con la pagina più gloriosa della nostra storia calcistica recente.
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