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LASCIARCI LE PENNE

Se la sfiga s’inceppa mancano le parole

Se la sfiga s’inceppa mancano le parole - immagine 1
Nuovo appuntamento con "Lasciarci le penne", la rubrica di Marco Bernardi: "Segno del destino? Regalo di Natale? Influssi astrali favorevoli al ritornante Petrachi? Più probabilmente un colpo di fortuna"
Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 

Senza parole

Vasco Rossi

1994 EMI Italiana

Vasco nella sua Senza parole racconta l'impossibilità di raccontare alcuni momenti, certi stati d'animo che sembrano sopraffarci. Quando un grande sole illumina i pensieri neri, quando un'emozione cancella il dolore e i compromessi di un rapporto sul viale del tramonto, il silenzio vale più dei discorsi. Senza parole era Vasco nel 1994, senza parole noi Granata, sabato scorso, quando al minuto 99° di un match che si sarebbe dovuto chiudere tre minuti prima si è compiuto quello che per noi è l'inevitabile scherzo del destino. Il recupero continuava a dilatarsi, a dispetto delle indicazioni di un arbitro per il quale il tempo sembrava essere ancora più relativo di quello della teoria di Einstein e che non si decideva ad emettere il sacrosanto triplice fischio.

Nel recupero del recupero del recupero, ecco apprestata la scena del delitto perfetto: un calcio di punizione per i Grigiorossi, ammucchiati nella nostra area. Panico. Invece, all'incaricato del tiro viene fuori una traiettoria poco o niente insidiosa e Simeone va tranquillo sulla palla per il rinvio che dovrebbe segnare la fine della nostra penitenza. Ma a questo punto, ecco il solito colpo di scena alla granata, il patatrac inconcepibile: il pallone, in piena area, carambola tra spalla e braccio del nostro bomber, trasformato in difensore aggiunto, e il respiro si ferma. Il replay fa nascere più di un dubbio, il check VAR scatta inesorabile.

Tutti noi ce lo sentiamo, lo sappiamo che cosa sta per succedere. Già immaginiamo lo stacanovista del recupero trotterellare verso il monitor a bordo campo, indugiare su fermi immagine da indagine dei RIS e condannarci come al solito, come sempre. Resta solo la forza per imprecare nei confronti dell'imminente ennesima fregatura (per non usare espressioni più colorite da circoscrivere alla curva o al bar), per affermare, fingendo di non nutrire l'ombra di un dubbio, che non era fallo, quello.

Poi l'inopinabile, il fatto inatteso che scombussola le nostre consolidate masochistiche abitudini: l'arbitro ritrova il fischietto e decide di usarlo per decretare la fine delle ostilità. Niente rigore! Niente mimica dello schermo, niente microfono e amplificatori a spiegare le elucubrazioni della giacchetta nera. Per una volta, qualcosa inceppa la nostra atavica sfiga.

Segno del destino? Regalo di Natale? Influssi astrali favorevoli al ritornante Petrachi? Più probabilmente un colpo di fortuna. Un colpo di fortuna a noi, che manco sapevamo com'era fatto. E allora ci tocca rimanere tutti così, mento cascato sul petto, occhi fuori dalle orbite, senza parole, come Vasco davanti al grande sole. Altro non voglio aggiungere, se non augurarvi buon Natale! Per il resto va bene così, senza parole.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

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