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tor columnist Lavagnetta Granata: freddo fuori, idee chiare in campo

Lavagnetta Granata

Lavagnetta Granata: freddo fuori, idee chiare in campo

Lavagnetta Granata: freddo fuori, idee chiare in campo - immagine 1
La vittoria col Sassuolo vale più del risultato: il Toro dà continuità, conferma le idee di Baroni e intravede finalmente una direzione. Ora l’obiettivo è chiaro: chiudere bene il girone d’andata.
Riccardo Levi

La partita fra Sassuolo e Torino, valevole per la sedicesima giornata di Serie A, si è conclusa con la vittoria dei granata che, oltre a dare buoni segnali di una potenziale continuità, hanno finalmente mostrato in campo tutte quelle idee di gioco tanto apprezzate da Marco Baroni.

Riassunto e momenti chiave

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Neanche il tempo di iniziare la partita che ai tifosi granata viene già un attacco di panico: occasionissima per il Sassuolo, con Cheddira che a porta vuota riesce a mancare il bersaglio. La bandierina del guardalinee si alzerà poi per fuorigioco, ma le sensazioni iniziali erano totalmente opposte rispetto alla difesa solida che si è vista per il resto della gara. Con il passare dei minuti, infatti, la squadra ha iniziato a prendere coraggio e campo, recuperando diversi palloni. È emerso in maniera evidente il “baronismo”, se così si può definire: i granata attuavano una pressione alta che forzava gli avversari a lanci lunghi affrettati, di facile lettura per Maripán e per l’intera linea difensiva granata. Inoltre, nel momento in cui il pallone veniva recuperato, la ricerca di un gioco diretto e verticale, volto a coinvolgere le due punte, si è rivelata estremamente efficace grazie alle caratteristiche del duo offensivo: Zapata offriva un riferimento puro, mentre Adams garantiva qualità di smistamento impressionanti e una notevole capacità di legare il gioco. Una volta prese le misure, il Sassuolo è apparso in netta difficoltà e le occasioni per il Torino hanno iniziato ad arrivare. A differenza di altre volte, con il pallone i granata sono riusciti a costruire ottime azioni corali. Al netto di qualche sbavatura di Pedersen, il primo tempo granata è stato molto positivo. Il Sassuolo non è mai riuscito a impensierire la difesa del Toro e ha chiuso la prima frazione con un solo tiro, fuori dallo specchio, del terzino Doig.


Alla ripresa i neroverdi rientrano decisamente meglio dagli spogliatoi, con Volpato che si mette subito in mostra mandando in difficoltà l’esterno granata Lazaro. Proprio l’austriaco sarà poi protagonista in negativo al 53’, quando, a porta vuota e con il portiere scavalcato, manda di gran lunga fuori il pallone in quella che era un’azione molto promettente del Toro. Chi invece ha mostrato grandi doti di leadership è stato Maripán che, prendendosi la difesa sulle spalle, sforna una prestazione a dir poco ottimale, coronata da un impressionante 100% di successo nei contrasti. A fargli compagnia con una prova superlativa è il numero 10 granata Vlašić che, con 4 gol nelle ultime 5 partite, non solo vince il premio di MVP ma si sta dimostrando sempre più quel “diez” che al Torino manca ormai da anni.

Qualche spunto tattico

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Finalmente una squadra che convince per ciò che mostra in campo e non solo per il risultato. Lo ha confermato anche lo stesso allenatore che, in conferenza stampa post-partita, è apparso visibilmente soddisfatto. La squadra richiamava per atteggiamento le idee di gioco del tecnico toscano: una pressione alta, asfissiante, che scatta con il grilletto facile. La difesa, seguendo la pressione collettiva, alzava la linea con grande attenzione, accorciando le distanze fra i reparti e facilitando i recuperi sui lanci lunghi avversari. In fase di possesso, poi, grazie alle enormi qualità di Vlašić e Adams, il pallone circolava non solo con velocità ma anche in maniera più sensata e diretta. Peccato soltanto per la qualità dei cross da parte degli esterni, che ha finito per vanificare gran parte delle manovre offensive.

Rivoluzione difensiva?

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Con la partenza di Saúl Coco per la Coppa d’Africa, Baroni ha inevitabilmente optato per riadattare Ismajli sul centrosinistra, lasciando Tameze nel ruolo di braccetto destro. La prestazione dell’albanese su quel fronte ha convinto e il pensiero che sorge spontaneo è uno: considerando che anche Coco è destro di piede, chissà che al suo rientro non possa esserci un’inversione tra i due, lasciando stabilmente Ismajli sul lato sinistro.

Natale, tempo di regali… e di rigori

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C’è chi sostiene che i rigori siano soltanto figli del caso, ma una cosa è certa: un gioco più offensivo, capace di riempire l’area di rigore e di stazionarvi con continuità, aumenta inevitabilmente le possibilità. La componente casuale resta un fattore da non sottovalutare, il Torino conta infatti quattro rigori a favore nelle ultime cinque partite (cinque includendo quello contro il Sassuolo, poi revocato dal VAR per un fallo in A.P.P.), ma il segnale è chiaro. Se Asllani a Lecce ha fallito dal dischetto, il numero 10 granata si sta dimostrando sempre più una sentenza dagli undici metri.

Dopo sedici giornate il Toro arriva a Natale con venti punti, uno in più rispetto alla scorsa stagione, ma soprattutto con la possibilità concreta di chiudere il girone d’andata in maniera molto positiva, a patto di approcciare le sfide contro Cagliari, Verona e Udinese con la stessa maturità e lucidità mostrate a Reggio Emilia.