La vittoria col Sassuolo vale più del risultato: il Toro dà continuità, conferma le idee di Baroni e intravede finalmente una direzione. Ora l’obiettivo è chiaro: chiudere bene il girone d’andata.
La partita fra Sassuolo e Torino, valevole per la sedicesima giornata di Serie A, si è conclusa con la vittoria dei granata che, oltre a dare buoni segnali di una potenziale continuità, hanno finalmente mostrato in campo tutte quelle idee di gioco tanto apprezzate da Marco Baroni.
Riassunto e momenti chiave
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Neanche il tempo di iniziare la partita che ai tifosi granata viene già un attacco di panico: occasionissima per il Sassuolo, con Cheddira che a porta vuota riesce a mancare il bersaglio. La bandierina del guardalinee si alzerà poi per fuorigioco, ma le sensazioni iniziali erano totalmente opposte rispetto alla difesa solida che si è vista per il resto della gara. Con il passare dei minuti, infatti, la squadra ha iniziato a prendere coraggio e campo, recuperando diversi palloni. È emerso in maniera evidente il “baronismo”, se così si può definire: i granata attuavano una pressione alta che forzava gli avversari a lanci lunghi affrettati, di facile lettura per Maripán e per l’intera linea difensiva granata. Inoltre, nel momento in cui il pallone veniva recuperato, la ricerca di un gioco diretto e verticale, volto a coinvolgere le due punte, si è rivelata estremamente efficace grazie alle caratteristiche del duo offensivo: Zapata offriva un riferimento puro, mentre Adams garantiva qualità di smistamento impressionanti e una notevole capacità di legare il gioco. Una volta prese le misure, il Sassuolo è apparso in netta difficoltà e le occasioni per il Torino hanno iniziato ad arrivare. A differenza di altre volte, con il pallone i granata sono riusciti a costruire ottime azioni corali. Al netto di qualche sbavatura di Pedersen, il primo tempo granata è stato molto positivo. Il Sassuolo non è mai riuscito a impensierire la difesa del Toro e ha chiuso la prima frazione con un solo tiro, fuori dallo specchio, del terzino Doig.
Alla ripresa i neroverdi rientrano decisamente meglio dagli spogliatoi, con Volpato che si mette subito in mostra mandando in difficoltà l’esterno granata Lazaro. Proprio l’austriaco sarà poi protagonista in negativo al 53’, quando, a porta vuota e con il portiere scavalcato, manda di gran lunga fuori il pallone in quella che era un’azione molto promettente del Toro. Chi invece ha mostrato grandi doti di leadership è stato Maripán che, prendendosi la difesa sulle spalle, sforna una prestazione a dir poco ottimale, coronata da un impressionante 100% di successo nei contrasti. A fargli compagnia con una prova superlativa è il numero 10 granata Vlašić che, con 4 gol nelle ultime 5 partite, non solo vince il premio di MVP ma si sta dimostrando sempre più quel “diez” che al Torino manca ormai da anni.
Qualche spunto tattico
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Finalmente una squadra che convince per ciò che mostra in campo e non solo per il risultato. Lo ha confermato anche lo stesso allenatore che, in conferenza stampa post-partita, è apparso visibilmente soddisfatto. La squadra richiamava per atteggiamento le idee di gioco del tecnico toscano: una pressione alta, asfissiante, che scatta con il grilletto facile. La difesa, seguendo la pressione collettiva, alzava la linea con grande attenzione, accorciando le distanze fra i reparti e facilitando i recuperi sui lanci lunghi avversari. In fase di possesso, poi, grazie alle enormi qualità di Vlašić e Adams, il pallone circolava non solo con velocità ma anche in maniera più sensata e diretta. Peccato soltanto per la qualità dei cross da parte degli esterni, che ha finito per vanificare gran parte delle manovre offensive.