Inevitabile pensare al tutto per tutto con un Toro schierato con due punte vere come Belotti e Zaza, difficile il tridente con Verdi o Falque, e un centrocampo a 5 con tre mediani (Rincon, Meitè e Baselli o Lukic), mentre sulle corsie esterne il ritorno di Ansaldi a destra, nel suo ruolo naturale e Ola Aina a sinistra. De Silvestri è sembrato appesantito nell’ultima gara, ma mai dire mai se Ola Aina fosse confinato in panchina.
C’è da dire che lo staff tecnico granata dovrà tener conto del derby di sabato e delle possibili conseguenze legate a ammonizioni ed espulsioni. Un dato su tutti di questo Toro che non funziona: ottava difesa del campionato con 12 reti subite in compagnia di Bologna, Fiorentina e Brescia e il 13 attacco con 11 reti fatte, ma soprattutto su 9 partite giocate ben 4 sconfitte e prestazioni sempre mai del tutto convincenti nelle vittorie (vedi San Sirigu) e tifosi contro. Dati impietosi che si presentano da soli e fanno del Toro una vittima sacrificale della Lazio e della Juventus. Quindi questa sera o arriva il miracolo o la caduta nel baratro sarà sicura. Ah, le colpe di questo inizio stagione sono chiaramente da dividere tra lo staff tecnico, i giocatori e in parte anche della società che non ha saputo nell’ultimo calciomercato rinforzare come si doveva fare la squadra soprattutto in una zona del campo nevralgica come il centrocampo e le deficienze dell’oggi sono le stesse dello scorso anno con la squadra che fatica sempre a costruire gioco senza un centrocampista di grande qualità, una squadra senza fantasia e Verdi è un ottima seconda punta ma non un rifinitore come per intenderci era Ljaic.
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