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Editoriale

Sulle prospettive attuali e future del Torino

Sulle prospettive attuali e future del Torino - immagine 1
Il Toro visto a Salerno ha le stimmate di una squadra promettente perché saper dominare creando tante occasioni è sempre un buon segno; non sempre di fronte c’è un Ochoa

Gianluca Sartori

Un pareggio come quello ottenuto contro la Salernitana ha lo stesso sapore di una sconfitta. Il Torino può solo recriminare per non aver vinto una partita che avrebbe dovuto essere già chiusa all’intervallo. Così non è stato perché i granata hanno mostrato gli stessi ricorrenti difetti già visti diverse volte: il poco feeling con la rete e la difficoltà nel tenere la spina attaccata per una partita intera.

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Il bottino di due miseri punti ottenuti contro Verona e Salernitana è insoddisfacente; se è vero che dal mese di gennaio ci attendevamo indicazioni quasi definitive sulle prospettive per questo campionato, visto il calendario abbordabile, è evidente che queste al momento fanno pensare a una stagione in cui l’obiettivo del Torino al massimo può essere quello di migliorare i 50 punti del 2021-2022. Anche se il momento della stagione era diverso (17esima giornata contro 23esima) la partita contro la Salernitana ricorda quella contro il Sassuolo di fine gennaio 2022: dominio totale e un pareggio beffardo che sa di mazzata.

Tuttavia, l’obiettivo comune, quello vero, dovrebbe essere la costruzione di una squadra che nel 2023-2024 possa andare in Europa sotto la guida di Juric, che fino a prova contraria ha un contratto valido ancora per 18 mesi. E da questo punto di vista ci sono motivi per credere che ciò sia possibile. Il Toro visto a Salerno ha le stimmate di una squadra promettente perché saper dominare creando tante occasioni – al contrario di quello che si era visto contro il Verona - è sempre un buon segno; non sempre di fronte c’è un Ochoa.

Il gruppo è giovane, a Juric il compito di farlo crescere sul piano mentale (fin qui non ci è ancora riuscito) con la lucidità di mettere da parte idee che si sono rivelate infruttuose come quella del falso nove; alla società quello di completare la squadra azzeccando le pedine che mancano (questo mercato invernale può essere utile in tal senso) e consolidando i punti forti di quest’anno (stavolta il pallino potrebbe essere tutto nelle mani del club a differenza di quanto accadde nel 2022). Non è facile, ma sperare in un passo avanti è ancora possibile

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