Sono passate tredici partite e immaginiamo che avere quattordici punti in campionato non sia ciò che si aspettavano al Torino. Il bilancio sin qui è deludente: un anno fa la squadra guidata da Paolo Vanoli aveva un punto in più rispetto a quella allenata da Marco Baroni. Di questi tempi, c’era grande preoccupazione per come il Torino avesse accusato oltremisura l’infortunio di Duvan Zapata e la squadra era reduce da un pareggio casalingo contro un Monza che poi sarebbe retrocesso malamente. Oggi l’umore non è certo migliore, perché la speranza che le difficoltà di inizio stagione fossero state superate è stata soffocata dalle ultime due partite.

L'EDITORIALE
Presente e prospettive di questo Torino
Contro Como e Lecce, infatti, si è vista di nuovo la tendenza della squadra a disunirsi con troppa facilità dopo un episodio negativo, come si era notato a inizio campionato contro Inter e Atalanta. Il lavoro di Baroni da questo punto di vista non si è rivelato efficace e anche le scelte tecniche non sortiscono l’effetto sperato. Il tecnico non riesce ad infondere coraggio ai suoi, lo si era evidenziato anche in occasione del derby, quando era stato accolto fin troppo favorevolmente un pareggio ottenuto giocando sulla difensiva e, comunque, ringraziando le parate di Paleari. A proposito del portiere, c’è stato un nuovo cambio – Israel di nuovo titolare, come se fosse stata colpa di Paleari la manita subita dal Como – che contribuisce a dare la sensazione di un allenatore con idee poco chiare sotto tutti i punti di vista. La stagione è ancora lunga, e Baroni è un tecnico preparato, ma al momento appare che la situazione gli stia di nuovo scappando di mano
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