2 – UN PARCO GIOCATORI DI VALORE
—Al netto di un paio di scadenze contrattuale importanti (vedi Rodriguez e Djidji), c’è un parco giocatori che andrà sicuramente rinforzato per puntare all’Europa, ma che altrettanto certamente è folto e composto da giocatori di proprietà che rappresentano un valore tecnico ed economico in mano al club grazie alle innegabili capacità di valorizzazione dei singoli che il tecnico croato ha dimostrato.
3 – IL RAPPORTO CON L’AMBIENTE
—Ivan Juric non si è lasciato benissimo con il presidente Cairo e con i tifosi, inutile nasconderlo. Nei tre anni al Toro ha finito per litigare con tanti. Juric, uno col carattere a dir poco fumantino, alle volte non riesce a frenarsi e cade in comportamenti o dichiarazioni sbagliate che finiscono per ritorcersi contro di lui come un boomerang. Il fatto che per il momento sia rimasto senza una panchina può essere messo in relazione con questo. Tuttavia, se il triennio non è finito con la qualificazione in Europa sperata non è per questo motivo, semmai per limiti ed errori relativi al piano tecnico. Inoltre, chi per tre anni ha seguito le disavventure di Juric dal vivo – e non solo tramite lo schermo di una tv o di uno smartphone – sa che dietro all’apparenza grezza e burbera c’è una persona sensibile, onesta, integra, che sa fare autocritica, nonché un professionista inappuntabile.
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