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Una sveglia finché si è in tempo

Gianluca Sartori
Gianluca Sartori Direttore 
La partita di San Siro dice che il precampionato è stato buttato: serve costruire da zero un’identità caratteriale e tecnico-tattica, con più umiltà

Si sapeva che sarebbe stato un inizio di campionato complicato. La verità, tuttavia, è che si può perdere, ma non così, non sciogliendosi alla prima difficoltà. L’impressione è che il Torino di Baroni si sia davvero presentato al Meazza con l’idea di dominare la partita, poi si sia sciolto come neve al sole dopo il primo episodio negativo. Un 5-0 così, allora, può per certi versi fare bene: rappresenta una secchiata d’acqua in faccia, una sveglia che deve far capire come stanno le cose, finché c’è tempo per rimediare.

Ce n’è bisogno, di una sveglia, perché al momento la sensazione è che tutti ci stiano capendo poco: da Baroni alla società, passando ovviamente per i giocatori. Il mercato ha costruito una squadra sbilanciata in avanti, con una difesa che fa acqua da tutte le parti (e non lo si è capito a San Siro). Il tecnico fa scelte che appaiono difficilmente comprensibili: come si può fare a meno di Maripan? Come si può impostare la squadra con un modulo – il 4-2-3-1 – palesemente poco adatto alle caratteristiche dei giocatori, salvo cambiare tutto dopo 45’ della prima partita di Coppa Italia?

La sensazione, dall’esterno, è che ci sia moltissima confusione a tutti i livelli, e che il precampionato sia stato totalmente sprecato. Arrivati a fine agosto la squadra non ha un’identità, anzitutto caratteriale, poi anche tecnico-tattica: davvero è saggio inseguire la costruzione dal basso a tutti i costi? All’Inter sono stati regalati tre gol così. Si riparta da zero, con umiltà, e magari con un rinforzo dal mercato nel pacchetto arretrato. Perché una partita come quella di San Siro non può che far venire qualche dubbio sulla direzione che si sta prendendo.