Una mentalità che ha spinto i grandi capitalisti di questo mondo, ed Andrea Agnelli è uno di questi, ad instaurare il ciclo vitale del prendere tutto quello da poter prendere. Non importa l’etica, non importa il bene comune, non importa lo Stato, non importano le regole: conta solo il bene della tua impresa. La cosa paradossale che alla gente tutto questo è stato spacciato come il nuovo avanzante, e la gente ci ha creduto, e ci sta credendo. Lodare una società di calcio gestita come ad un’azienda, fa sentire molti tifosi di essere dei sofisticati progressisti(ah, la vanità). Forte di questa mentalità dominante, il presidente bianconero è partito alla caccia del mondo, per imporre a miliardi di potenziali consumatori il prodotto Juventus. Un prodotto declinato in merchandising, diritti tv, hotel, parchi tematici,ristoranti, e tutto ciò che la mentalità neo capitalista ha inventato, sta inventando e inventerà. Vincere la Serie A(sfruttandola come rampa di lancio) in modo continuo e smodato, è servito alla Juve per crearsi il capitale e l’immagine di super potenza calcistica legittimata a sedersi al tavolo dei club di calcio che contano a livello mondiale. In questa operazione di promozione globale, la Juventus ha avuto molti “partner”.
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Il Credito Sportivo a finanziargli l’operazione Juventus Stadium, il Comune di Torino concessore a pochi spiccioli di ampi spazi del suo territorio per le numerose operazioni commerciali e immobiliari che sono nate e stanno nascendo attorno allo Stadium, un marchio sportivo di valore mondiale che l’ha letteralmente ricoperta di soldi come sponsor tecnico, un marchio interno al Gruppo FCA che continua ciclicamente ad aumentare il compenso per il suo marchio apposto sulle maglie di Chiellini e compagni. Tutto ciò in barba a qualsiasi regolamento del FairPlay finanziario, e in barba a qualsiasi legge necessaria a regolare la libera concorrenza. Il risultato è stato la distruzione del senso della competizione del campionato di Serie A. Bisogna dirlo con forza: al Paris Saint Germain e alla Juventus è stato consentito, con la loro debordante forza economica e politica, di annullare il valore competitivo della Serie A e della Ligue 1. In questi due campionati ormai si gioca per arrivare secondi. Si è dilapidato il valore massimo del gioco del calcio, e cioè la possibilità del più debole di sperare qualcosa contro il più forte. E se non c’è competizione non c’è neanche il tifoso, mutato antropologicamente, da Agnelli, al rango di consumatore. Esattamente come il consumatore di videogiochi da lui citato e temuto. Ma una domanda sorge spontanea: quando si ribelleranno gli eterni secondi? Possibile che ad Aurelio De Laurentiis e colleghi vada bene questa situazione? A far pensare è la “cattiveria” con cui il figlio di Umberto sta procedendo, in uno spirito bulimico che non ha mai portato fortuna a chi lo ha preceduto nello stesso atteggiamento, piuttosto solo rovine.
In tale situazione ben si capisce perché i servi sciocchi proliferino: meglio accontentarsi di qualche ricco osso da sgranocchiare e mettere da parte qualche di più, che rischiare di vedere una mano che leggermente si ritrae, non riuscendoci, per non procurare un contatto da rigore con il pallone. Magari se quelli di Dazn chiederanno ad Agnelli un parere sugli intrepidi opinionisti del derby, questi non potrà che riservargli benevolenza. E si sa, all’imperatore basta un sorriso o un mugugno per determinare un destino. Le parole, in un contesto da semi dio, sono già qualcosa di troppo. Ci sarà qualcuno che proverà a riportare il semi dio nella condizione di uomo? Ci sarà un giudice a Berlino? Lo si speri anche per il bene della Juventus.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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