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Da tifoso Granata guardo con sospetto ogni cosa ricordi il “bianconero”, fosse anche il cane che mi abbaia dal giardino di una villa presente nel mio tragitto di corsa quotidiana. Non è il suo abbaiare a starmi sulle scatole, ma il suo essere bianconero. Il Toro non mi abbandona mai; non è solo uno stile con cui vedo la vita ma anche, appunto, un perimetro su sui cui le mie emozioni e le mie azioni si rappresentano. Ma tutto questo poco c’entra con l’allergia tutta latina alle regole, alla scarsa empatia provata verso coloro chiamati a farla osservare e rispettare. Si è dovuta fare una modifica all’articolo 380 del Codice di Procedura Penale, per cercare di contenere il fenomeno dilagante di aggressioni al personale scolastico, nell’era dell’autoreferenza sono i genitori a dover stabilire cosa possano fare o non fare i propri figli a scuola, e che voti prendere: ma cosa si sono messi in testa i docenti? Prendano lo stipendio e non rompano più di tanto. “Nessuno Mi Può Giudicare” di Caterina Caselli, mitica canzone del 1966, è stata presa molto sul serio nel versante europeo del Mediterraneo, incollando nella nostra capacità di giudizio un sentimento anarcoide che ci fa parlare di istituzioni esclusivamente come espediente retorico per continuare a fare gli affari nostri. Quanta retorica è stata versata sulla nostra stampa sul modello Barcellona, faro di sportività ed educazione (siamo provinciali, quindi l’erba del vicino è sempre quella più verde), ed ora scorriamo un attimo questa dichiarazione: “Ogni volta che giochiamo nello stadio dell’Inter succedono cose fuori dal nostro controllo, che non vanno come vogliamo. Sappiamo tutti cosa è successo con questo arbitro quando siamo venuti qui l’ultima volta”. A sentire i “Blaugrana” si prefigurerebbe un Inter con in mano l’UEFA e l’intera classe arbitrale europea, c’è da chiedersi quali siano e da cosa siano regolate tali complicità adombrate su “Le Ramblas”. Ci sono anche delle voci di buon senso, e per fortuna, e quindi è il portiere del Barcellona, Wojciech Szczesny, a portare un po’ di ragionevolezza sulla surreale polemica: “Non intendo soffermarmi sull’arbitraggio, non c’è bisogno di cercare scuse. Non vale la pena proseguire su questa strada”.
Ci sarà qualche adolescente che leggerà le parole del portiere polacco? E nel bar dei social qualcuno le noterà? La situazione è grave ma non è seria, direbbe il celebre aforista (Ennio Flaiano), ed è proprio sulla mancanza di serietà grave che si fonda la pantomima che diventa precedente storico e risplende di impunità. Tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, incuranti di mettere in grave difficoltà chi ha il compito di far osservare le regole, anche comportamentali. Rileggendo le dichiarazioni dei rappresentanti del “Mes que un club” (un giorno l’Europa affogherà nella sua retorica qualunquista. Quel giorno temo stia per arrivare), ci sarebbe solo da portarli non solo davanti alla giustizia sportiva dell’UEFA, ma anche davanti a quella ordinaria. La frase storica divenuta parte importante del brand catalano, fu coniata da Narcis de Carreras durante la sua candidatura alle elezioni per la presidenza del club del 1968. Nel nome di battesimo c’è praticamente la profezia dell’atteggiamento protervo “Blaugrana” di oggi. I “Culer”, i tifosi del Barcellona, hanno costantemente definito il calcio una forma d’arte, e l’arte forse si dovrebbe rispettare. Amare il calcio, e anche la vita, vuol dire essere capaci di accettarne le regole, anche quando queste ci vengono addosso come un treno in corsa lasciandoci senza fiato. Anche quando riteniamo di essere vittime di una ingiustizia. Dimentichiamo per un attimo “Il Conte di Montecristo”, e passiamo ad Osvaldo Soriano con il suo ingenuo, e magnifico, romanticismo: …"ci restano amicizia fugaci, piccoli momenti d’amore, essere vivi malgrado tutto. Ma bisogna anche vivere con dignità". Oggi abbiamo perso, domani proveremo a vincere. Il copione non cambia mai, basta rispettare il gioco e provare ad essere felici. Non è poco.
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
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