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Il battito del cuore, finché ci sarà, sarò l’unico vero antidoto da opporre al mondo distopico dell’Intelligenza Artificiale, e il calcio sarà sempre lì a ricordarci come nessuna macchina, per quanto perfetta e utile, potrà mai sostituire le nostre emozioni. Certo anche qui c’è chi approfitta del nostro non essere macchine logiche, correndo a lucrare mancando di ogni tipo di tatto verso la nostra storia di tifosi, ci passa sopra e ne asfalta ogni idea di sentimento. Se esiste un Dio, e personalmente credo esista, un giorno dovrà rendere conto di questo sfregio. “Non è facile diventare un tifoso di calcio-dice il Colin Firth tifoso dell’Arsenal nel film “Febbre a 90°”-, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia, tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano nelle stesse cose”, e nel racconto di Nick Hornby si dipana la materia dei sogni che diventa segno di affetto immutabile, anche per la tua comunità o il tuo Paese. E allora come si fa a chiedere agli atleti russi e bielorussi di gareggiare alle prossime Olimpiadi senza bandiera e senza inno nazionale? Si può chiedere di togliere dal cuore il posto dove sei nato? Cosa è diventato lo sport, un modo diverso per fare la guerra o per risolvere contese? O, peggio, per stabilire quale sia la verità? Temo si sia entrati in un periodo storico dove tutto si fonde e si confonde, con fazioni a prendere dalle cose ciò che più gli aggrada per i propri interessi, creando visioni falsate del reale. “Lo sport è il noi che è stato quando si ritorna nella solitudine dell’io” scrive Eduardo Galeano(spero il grande scrittore uruguagio possa perdonare il mio averlo “perifrasato”), e avere per un attimo la contezza felice di quando sia vero il fatto di avere tutti un destino comune e di essere uguali davanti alla vita.
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Alcuni ritengono lo sport una sorta di “Caritas” dove viene offerto un pasto appena accettabile a chi non può permettersi più desideri, una sorta di droga per far accettare passivamente il tanto niente che a volte ci circonda. Poveri… non sanno quanto si sbaglino, probabilmente per alterigia sentimentale. “Tutto comincia con un bel passaggio”, comincia con una citazione di una frase di Eric Cantona il bel film di Ken Loach “Il Mio Amico Eric”, ed è questa gratuità nel passare bellezza e nel consentire a te di provarci fino in fondo il segreto dello sport, che non ti fa sentire abbandonato anche quando tutto pare averlo fatto, così tenace nel volerti fare restare aggrappato alla vita, a convincerti che no, non si è affatto dimenticata di te.
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Sono sentimenti inconsci, primari, da vivere con la stessa facoltà cognitiva di una tribù, all’origine di ogni nostra sovrastruttura sociale dei tempi moderni. Mi capita di ripensare alla traversa presa da Gianluca Sordo in Ajax Torino, finale Coppa Uefa del 13 maggio 1992, di rimuginare su una felicità mancata per una mancata vittoria storica, e mentre credo di essere scontento in realtà sono felice. A distanza di anni sono ancora qui a ricordare quell’evento come una delle tante boe a tenermi aggrappato all’esistenza. “Si tifa per la propria squadra come si tifa per la propria vita”, e in questo aforisma del poeta Giovanni Raboni trovo ancora una volta la luce nell’oscurità, e mi capita di pensare alla salvezza come ad un torero nell’arena. Ci vuole coraggio per affrontare il toro, che non vuole te come tu non vuoi lui, ma che insieme si è costretti ad affrontarsi per vivere o morire. In mezzo a questa fine e questo inizio c’è la bellezza del movimento, della carica, dell’arretramento, del colpo finale. Tutto alla fine è rivelato, e mentre starai per andartene l’unico rimpianto che non vorrai avere e non averci mai provato. Sembra l’epitaffio perfetto dello sport. Onoriamolo e difendiamolo.
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
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