ToroSofia / Il nuovo appuntamento con la rubrica di Elisa Fia: “Nella scorsa partita contro il Sassuolo, si è visto un Toro a due volti”
Nella scorsa partita contro il Sassuolo, si è visto un Toro a due volti: nei primi quarantacinque minuti a giocare è stato il fantasma del Toro passato quello che, nel corso dell'ultimo anno, più ci ha fatto paura. Si è vista una squadra arrendevole, affaticata, che ha subito due gol a causa dei propri errori, lasciando spazio e tempo all'avversario di sferrare colpi violenti. Al contrario, nel secondo tempo, a scendere in campo è stato il Toro presente - non solo temporalmente, ma anche mentalmente - una specie di farfalla uscita improvvisamente dal proprio bozzolo, in tutto il suo splendore. Sembrava che la paura del primo tempo fosse rimasta negli spogliatoi e fosse stata mandata, fortunatamente, a farsi la doccia.
A mio avviso, il match contro il Sassuolo deve essere analizzato sotto la luce di un forte significato metaforico per la squadra granata ed i suoi tifosi, in quanto è stato la lampante dimostrazione che ciò che era non vi è più ed è finalmente subentrato - o meglio ritornato -, anche grazie all'arrivo di Nicola, un nuovo modo d'esser Toro. L'arrendevolezza ha lasciato spazio alla tenacia, alla voglia di farcela e di fare vedere che si è, come detto sopra, presenti. Modo d'essere sottolineato soprattutto dall'ingresso di Simone Zaza che, più di chiunque altro, ha urlato il "presente" più forte della “classe”, perché non è detto che chi sta agli ultimi banchi abbia meno da dare degli altri. La scorsa partita è stata quella dell'urlo degli screditati, i quali hanno dimostrato che l'importante non è sempre e solo infliggere colpi, ma anche saperli incassare per saper rinascere più forti di prima.