Il primo obbiettivo è sicuramente già avviato verso il raggiungimento e la prima conferenza stampa è già stata lampante in questo senso. Come amava dire Garcia, Mihajlovic ha cercato di riportare la “chiesa al centro del villaggio”, sottolineando come il substrato del suo lavoro si impernierà su valori tipicamente granata. Le porte aperte al Filadelfia, la battuta sui giocatori che possono andare a fare i ragionieri se non sentono la carica del derby, il desiderio di valutare attentamente i giovani ex primavera che torneranno dai prestiti, l’assoluta mancanza di timore nel dichiarare che si proverà con tutte le forze a colmare il gap con le squadre che economicamente sono più avanti del Torino nella lotta per i posti Uefa, sono tutti concetti che da un lato hanno stuzzicato le “fantasie granata” dei tifosi del Toro (c’è chi sogna la Champions e c’è chi come noi sogna una squadra fatta interamente da giocatori del vivaio, ognuno ha le sue fantasie!) e dall’altro hanno rassicurato sulla bontà della scelta per il dopo Ventura.
Restano gli altri due grossi obbiettivi sintetizzabili in una sola frase: far seguire a queste belle parole i fatti. Certo, molto dipenderà dal mercato, ancora troppo nebuloso per avere un’idea precisa di quanto potrà essere rinforzata la squadra al netto di qualche probabile grossa partenza. Fra un mesetto si comincerà ad intravedere il progetto tecnico di Mihajlovic e, fatte le dovute proporzioni, mi pare che si stia lavorando per costruire un Toro stile Anni Ottanta: un mix tra giovani del vivaio, stranieri di livello e italiani solidi amalgamato con un tocco di tremendismo per lottare per l’Europa. Prospettiva niente male. Un’operazione “nostalgia” che speriamo possa avere anche e soprattutto il conforto dei risultati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202304/ddac8753fc020448d0304f1213d22e07.jpg)
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)