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Gli anni ’70 del calcio granata

Nel Segno del Toro / Torna l’appuntamento con la rubrica di Stefano Budicin, che ci racconta un altro decennio della storia granata

Stefano Budicin

La settimana scorsa abbiamo parlato degli anni sessanta in terra granata. E il decennio successivo? Com'è stato? Quali caratteristiche ha avuto? Quali differenze rispetto ai precedenti e successivi?

A cavallo tra i sessanta e i settanta il Toro si trova in una posizione di non trascurabile importanza. Lo dimostrano i piazzamenti dignitosi ottenuti anno dopo anno e culminati in un degno settimo posto all'indomani del nuovo decennio. La squadra è pronta a ripartire e lo fa nel migliore dei modi, affidandosi sempre più alla guida di Orfeo Pianelli. Il presidente, forte già della conquista di una Coppa Italia, si dice motivato a investire ancora di più sul club, il cui potenziale è apparentemente infinito. L'inizio è travolgente: ottavo posto in campionato e l'ottenimento della quarta coppa nazionale.

L'organico della squadra è già composto da autentici fuoriclasse: Paolo Pulici, Claudio Sala, Lombardo, Mozzini, Zaccarelli e Luciano Castellini. L'annata '71-'72 vede quindi un Torino rampante, atletico, reattivo, come da anni non capitava. Il secondo posto in campionato mostra una volta per tutte che i granata sono famelici di porsi di nuovo al vertice del pantheon calcistico mondiale. L'attacco dei nostri è il terzo del torneo, e la difesa concede solo 25 punti.

Le annate '73-'74 ridimensionano leggermente l'operato della squadra, che si mantiene comunque su livelli alti e rispettabili. Ma è in occasione della stagione '75-'76 che il Toro riesce a confermare con i fatti ciò che fino a quel momento aveva lasciato appena intravedere. Pianelli convoca Luigi Radice, il quale interviene sull'organico e lo rimpasta con giocatori del calibro di Fabrizio Gorin, Eraldo Pecci e Patrizio Sala, per dargli la consistenza di un team perfetto sotto ogni punto di vista. I risultati si fanno vedere subito: il Toro conquista il settimo scudetto ufficiale, a distanza di ventisette anni dal disastro di Superga.

La stagione non manca di record statistici: Puliciclone si aggiudica di nuovo il primo posto nella classifica dei capocannonieri, e la squadra ha l'attacco più fecondo. (49 gol fatti a fronte di 22 subiti) L'entusiasmo dei tifosi è alle stelle. C'è chi parla di una nuova dinastia granata pronta a rievocare i fasti dei Campionissimi. In questo clima di festa i granata esordiscono con alacrità ardente, ma la loro prova, man mano che passano i giorni e le partite, non riesce a bissare il successo della stagione precedente. Pur aggiudicandosi il secondo posto in campionato, i granata si assestano dietro ai bianconeri, e la cosa si ripete l’annata successiva (‘77-’78).

La stagione ‘79-’80 si conclude per i nostri con un terzo posto di indubbio valore. 26 le reti realizzate e solo 15 quelle subite, merito di una difesa che si conferma la migliore del torneo. Lo scudetto conquistato e gli ottimi posizionamenti in classifica mostrano che i granata hanno ancora le carte in regola per stupire ed entusiasmare. Dopo anni di appassionatissimo lavoro, Pianelli si troverà costretto però a lasciare la presidenza e cedere il club, aprendo un nuovo burrascoso capitolo nella storia della squadra.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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