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Rampanti: “Fiducia in Ilic: è un capro espiatorio come lo era Vanja”

Gianluca Sartori
Gianluca Sartori Direttore 
Serino analizza così i temi caldi in casa Toro dopo il pareggio nel derby

Il Torino pareggia 0-0 il derby di andata in casa della Juventus e arriva alla sosta di novembre assestandosi in posizione di centro-classifica. Come in ogni martedì mattina, svisceriamo alcuni dei principali temi del momento in casa Toro insieme a Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento di “Parola al Mister”.

Serino, che partita è stata?

Ho scelto di vederla in un bar dove c’erano sia tifosi granata, sia tifosi bianconeri, per capire al meglio quale fosse l’atmosfera. Tra i granata, qualcuno ce l’aveva con dei giocatori, qualcuno col presidente, qualcuno metteva nel mirino solo la Juventus. Ma tutti vivevano la partita con tensione, con urla pazzesche quando ci sono state le occasioni. Trascorrere la partita in mezzo ad altri ti fa capire che ancora c’è amore per questi colori. Sulla partita, credo che l’allenatore si sia un po’ pentito di non aver osato abbastanza nel primo tempo”.

A cosa ti riferisci?

Mi ha sorpreso, ad esempio, la presenza da titolare di Ngonge. Con il 3-5-2 il Toro è riuscito a uscire dalla crisi iniziale, quindi ti aspetti di vedere due punte contro la Juventus. Ngonge non è una punta, è un giocatore atipico utilizzabile solo da attaccante esterno, perché lui ama giocare vicino alla linea laterale. Solo lì si esprime bene come sa fare. Se fa la punta, diventa un pesce fuor d’acqua, questa la mia impressione. Nel primo tempo, secondo me, il Toro è stato poco incisivo soprattutto per questo motivo. Quando poi è entrato Adams, la squadra aveva più peso in avanti. C’è da dire che, come ha fatto con altri, è giusto che l’allenatore dia anche la possibilità a un giocatore come Ngonge che, quando è stato impiegato ha sempre fatto il suo. Penso che Baroni stia tentando di non lasciare nessuno per strada, tranne forse poche eccezioni, tra cui Gineitis”.

A cambiare la squadra è stato anche l’ingresso di Asllani per Ilic?

Non sono d’accordo con chi getta la croce sempre addosso a Ilic, che per me è un ottimo giocatore. La mossa che ha spostato in avanti il baricentro del Toro è stato l’ingresso di Adams per Ngonge. Mi sembra che Ilic stia diventando un capro espiatorio come succedeva per Vanja. La storia ha poi detto che chi si comportava così, sbagliava. Continuo a sostenere che Ilic sia un ottimo giocatore, ma deve riuscire a vincere la guerra psicologica che lui stesso è andato a creare. Secondo me può fare meglio di tutti come regista, ne sono convinto. A centrocampo, in generale, ci sono giocatori che possono fare di più. Tra questi Vlasic e Casadei, che ormai è conosciuto dagli avversari e sanno che va marcato sulle palle alte”.

In generale, come è stata la prestazione del Torino nel derby?

Poco incisiva davanti, soprattutto nel primo tempo, ma molto solida in fase difensiva. Da sottolineare la prova dei tre centrali, Ismajli, Maripan e Coco. Quando si chiude e lascia il pallino del gioco in mano agli altri, questo Torino prende pochi gol. Infatti la squadra ha battuto Roma e Napoli, e ottenuto alcuni buoni pareggi contro altre grandi squadre. Per questo motivo avevo sostenuto di essere fiducioso per il derby, e tutto sommato sono stato soddisfatto”.

Cosa pensi di Paleari?

Una vera sorpresa, sembra quasi impossibile fargli gol, è in uno stato di grazia veramente incredibile. Sarà difficile per Israel riprendersi il posto. Per Paleari è un peccato che ci sia la sosta. Ma il discorso vale per tutto il Toro perché, quando si sta facendo bene, fermarsi è un peccato”.

Ora la sosta, poi il Como. Che partita sarà?

“Un banco di prova importante, perché anche in questo caso si gioca contro una squadra che prova a imporre il suo gioco. In situazioni del genere il Torino riesce a chiudersi e ripartire bene. Spero di rivedere, dopo la sosta, Nkounkou, che aveva fatto vedere cose buone. Su di lui rimango molto fiducioso”.