Lui, però, ha detto di non poter dire una parola contro la società… “Sarà, ma all’inizio ricordo bene le sue frecciate al presidente. Ricordo poi anche il diverbio con Vagnati in ritiro. Poi le dita medie ai tifosi e quelle parolacce dei giocatori. Colpa dei giocatori, ma se hanno reagito in un certo modo vuol dire che hanno sentito qualcun altro pensarla così, come i bambini con i genitori. Io penso che questa separazione fosse nell’aria. Quindi, tornando al discorso di prima, non è tanto lui che se ne va, ma la società che decide di non rinnovare”.
Ti ha colpito la prestazione di Rodriguez contro il Milan? Rinnoveresti il suo contratto? “Io penso che in tutto l’anno abbia sbagliato forse una o due partite. Lui è uno che il 6 lo garantisce sempre. Sul rinnovo, non saprei: bisogna capire che programmi ha la società. Lui ha manifestato questa grande amicizia con Juric che è una cosa bella… Magari il tecnico, se si accasa da qualche altra parte, potrebbe chiedergli di seguire. In generale, quando i giocatori raggiungono una certa età, bisogna fare valutazioni ampie, cercando di capire se quell’elemento ha dato il massimo che poteva dare. La cosa certa è che ci sarà un lavoro complesso da fare in sede di costruzione della rosa”.
Pellegri può essere l’arma in più anche contro l’Atalanta? “Certamente sta attraversando un bel momento ma Pellegri è sempre un’incognita. Potrebbe fare bene anche con l’Atalanta, ma non è facile fare affidamento pieno su di lui. In questo senso la presenza di Zapata aiuta; lui è una certezza, Pellegri un’incognita”.
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