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tor columnist parola al mister Rampanti: “Torino-Milan: ecco i due fattori che ritengo siano stati decisivi”

Parola al mister

Rampanti: “Torino-Milan: ecco i due fattori che ritengo siano stati decisivi”

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Serino analizza così la sfida andata in scena tra i granata e i rossoneri
Gianluca Sartori
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino incassa la terza sconfitta consecutiva: contro il Milan, i granata si fanno rimontare in casa (da 2-0 a 2-3) e ora vedono da vicino i bassifondi della classifica. Come di consueto, proviamo ad analizzare alcuni temi caldi di casa Toro insieme a Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”.

Serino, che partita hai visto? “Ero indeciso se guardare la partita da casa o andare allo stadio, vista la temperatura fredda. Alla fine, ho deciso di andare a vederla dal vivo e sono stato contento di averlo fatto, perché in questo modo si riescono a vedere bene cose che in tv non si può valutare al meglio. La partita, secondo me, è stata condizionata da due fattori importanti che hanno favorito il Milan”.

A cosa ti riferisci? “Pulisic ha fatto due gol, ma per vincere questa ed altre gare è stato importante, secondo me, l’atteggiamento di Allegri e degli altri calciatori del Milan. So benissimo che Allegri non era in campo, ma questo allenatore, come altri tecnici tra cui annovero Antonio Conte, avendo ormai esperienza ultradecennale, conosce oltre al semplice gioco del calcio tutto ciò che gli gira intorno. E conosce molto bene come agire psicologicamente sui direttori di gara. Hai visto come, sul secondo gol del Torino, tutti i giocatori rossoneri hanno circondato l’arbitro chiedendo un presunto fallo non fischiato. Questo, a loro dire, avrebbe inficiato il gol di Zapata che, secondo loro, avrebbe dovuto essere annullato. Sai quale è stata la conseguenza? All’arbitro è rimasto il dubbio sulla regolarità del gol, e da lì ha fischiato tutto a favore del Milan. So benissimo che, l’altra sera, Allegri era in tribuna. Ma parlo di lui perché sa sfruttare molto bene anche la minima incertezza arbitrale e fare casino, con gesti anche plateali, così da mettere in evidenza l’errore o il quasi-errore del direttore di gara. Il rischio di farsi espellere/ammonire è ben pagato dal timore che subentrerà nella mente dell’arbitro di quella gara e di chi dirigerà le partite successive del Milan. La conseguenza sarà che il direttore di gara, quando arbitrerà il Milan, sarà molto condizionato. Questa è una scuola di pensiero ben collaudata. Ricordo, ad esempio, il braccio alzato di Baresi che, come sanno i meno giovani, veniva immediatamente seguito dalla bandierina alta del guardalinee. In tanti casi, l’off-side non c’era… Dico sempre che il calcio è semplice, ma è tutto ciò che gli sta intorno che è complicato”.

Quale altro fattore, secondo te, è stato determinante? “Il pasticcio del cambio Tameze-Masina. Da dove ero seduto, ho visto Tameze a terra. Nessuno badava a lui finchè l’arbitro se n’è accorto, è andato verso il giocatore e, con molto ritardo, ha fatto segno allo staff medico del Torino di entrare in campo. La prima cosa che mi ha colpito è che il dottore e il massaggiatore non erano nei pressi della linea laterale all’altezza dell’area di rigore, ma anche loro se ne stavano seduti in panchina, evidentemente non si erano accorti di nulla. Erano distratti da altre situazioni che non li riguardavano. Questa è stata la prima grave incongruenza. Poi, in campo vicino a Tameze, dopo la visita sommaria, comunicavano alla panchina che si doveva fare il cambio; gesti chiari, che dalla tribuna si sono visti bene. Ebbene, cosa succede a questo punto? Sembra quasi che nessuno si sia accorto dei gesti del dottore: né l’allenatore – il meno colpevole perché era preso da altre situazioni -, né il viceallenatore, né il preparatore atletico, né tutta la pletora di assistenti. Di conseguenza la squadra ha giocato troppo tempo in dieci, in quel frangente il Milan è stato favorito e ha fatto gol. Gravissimo quello che è successo. Sorge spontanea una domanda: cosa ci stanno a fare in panchina tutte queste persone? Troppo facile dare la colpa al solo Baroni o a Cairo, che a quanto mi risulta paga fior di stipendi a tutti con puntualità. Il tutto mi è parso una chiara dimostrazione di disorganizzazione che reputo grave. A volte, certi episodi come quello descritto determinano non solo una gara, ma tutto un campionato. Questo mi dà brutte sensazioni”.