toronews columnist parola al mister Rampanti: “Toro, pensare di aver risolto tutto sarebbe un grosso rischio”
parola al mister

Rampanti: “Toro, pensare di aver risolto tutto sarebbe un grosso rischio”

Gianluca Sartori
Gianluca Sartori Direttore 
Serino analizza così i temi di casa Toro dopo la vittoria contro il Napoli

Il Torino vince a sorpresa contro il Napoli e si rilancia in grande stile, ma ora è chiamato a confermarsi nei prossimi incontri, a partire da quello casalingo contro il Genoa di domenica prossima. Di questo ed altro abbiamo parlato nel consueto appuntamento con Serino Rampanti: ecco la nuova puntata di “Parola al Mister”.

Serino, che partita hai visto? “Il risultato è stato sorprendente. Come non sottolineare le decisioni molto intelligenti di Baroni? Le persone che riescono a cambiare le proprie convinzioni sono intelligenti e il tecnico ha dimostrato, cambiando modulo, di esserlo, perché si è reso conto, con la conoscenza più approfondita dei giocatori a disposizione, che doveva mettere in campo la squadra in questo modo, cioè con tre centrali, due esterni, tre a centrocampo, e due attaccanti. I primi complimenti vanno a lui, perché ha avuto un compito non facile, e penso che gli sia costata molta fatica rivedere le proprie convinzioni, questo va a suo merito. Certo, se però si pensasse che tutto vada bene, si andrebbe incontro a un errore di principio”.

Cosa intendi dire?Penso che ci siano molte cose che vanno ancora aggiustate. Vorrei sottolineare, per esempio, la discontinuità disarmante di Pedersen. Lo avevamo elogiato la settimana scorsa e subito ci ha smentiti. Dalla sua parte sono arrivati i maggiori pericoli prodotti dal Napoli e, in alcune partite, lui fa cascare le braccia: ma l’allenatore da quella parte ha a disposizione lui e Lazaro. Sono entrambi carenti in tante cose. Invece, a sinistra, Nkounkou dà segnali positivi. Va ancora troppo a sprazzi, ma quando riuscirà a trovare continuità e comincerà a diventare più maturo diventerà un giocatore in grado di fare molto bene. Deve solo razionalizzare le giocate. Anche il portiere sta crescendo e dà buoni segnali. Certo, deve stare attento alle perdite di tempo, secondo me ha tirato troppo la corda e, secondo me, ha rischiato l’espulsione, poteva compromettere il risultato della squadra. Comunque la sua prestazione è stata positiva, così come ovviamente quella di Simeone, di cui hanno parlato a sufficienza già in tanti”.

A centrocampo lo schieramento ti convince? "La squadra ha giocato con tre centrocampisti. Vanno analizzate le qualità dei mediani, e dunque diciamo che è stato positivo l’atteggiamento: si sono adeguati alla situazione anche avendo caratteristiche che non sposano bene il ruolo di mezzale, parlo di Vlasic e Casadei. Ma in fase difensiva possono fare meglio: aggredivano poco e permettevano ai centrocampisti avversari di avanzare a ridosso della difesa. In questo deve crescere anche Asllani, che deve avere più personalità nel guidarli, facendo sì che vadano ad aggredire gli avversari più alti. Questo deve servire di lezione per le prossime partite”.

Temi che la vittoria contro il Napoli possa abbassare l’asticella dell’attenzione?Negli anni passati è successo. Se ci si illude di aver risolto ogni problema, si rischia di sbagliare. Vedremo se sarà così o meno. Sicuramente, Baroni ha dimostrato di poter adottare più sistemi di gioco. Si può sbizzarrire: potrà giocare con due punte vere, uno trequartista più una punta, impiegare una punta centrale e due esterni, anche se io sono contrario a questa ipotesi. Ma è una possibilità visto che il 3-5-2 ti porta a sacrificare elementi come Ngonge, che recentemente aveva fatto bene. E ci sarà da valutare anche Aboukhlal. Tocca a loro adattarsi, Baroni in questo momento dovrebbe continuare con questo modulo”.

L’ingresso di Zapata nei minuti col Napoli è un buon segnale?“Secondo me è ancora molto indietro. Il suo infortunio è stato grave, e inoltre la sua struttura fisica è possente e per questo ci mette più tempo a tornare in forma. Ma è stato bravo l’allenatore a metterlo in campo, anche se per poco, perché il giocatore deve riprendere confidenza con il campo”.