Ora, a mio parere, una volta che sarà passata l’eco della notizia, Torino e Manchester United hanno la grande opportunità di dimostrare che la solidarietà che unisce e l’empatia che si crea dalle comuni esperienze può portare a compiere gesti concreti di grande valore. Se i club brasiliani si sono proposti di prestare gratuitamente giocatori alla “Chape” per sopperire alle inevitabili difficoltà tecniche di chi deve ricominciare da zero la propria attività sportiva, il Torino e il Manchester United per forza mediatica e visibilità internazionale possono fare molto anche per le famiglie delle vittime. Sono conscio della difficoltà di organizzare qualcosa tra le pieghe del mastodontico e strizzatissimo calendario calcistico, ma sarebbe un enorme gesto se le due società riuscissero ad incontrarsi in un’amichevole di prestigio il cui ricavato fosse destinato a supportare le famiglie della vittime (compresi giornalisti e membri dell’equipaggio) o anche la Chapecoense stessa. Inoltre (e qui il presidente Cairo saprebbe sicuramente trovare la soluzione migliore) anche dai diritti televisivi della trasmissione della partita si potrebbero ricavare altri soldi da destinare a questo nobile scopo.
Torino-Manchester United: una partita che se giocata a Torino garantirebbe di sicuro un tutto esaurito (ma presumo anche a Manchester) e che vedrebbe eventualmente in Joe Hart (sebbene ex-Citizen) un trait d’union ed un testimonial eccezionale. La palla alle due società. Il cuore di Toro e United e dei loro tifosi è già vicino a quello dei supporter della Chapecoense, ma i fatti spesso fanno la differenza tra la solidarietà vera e la retorica. E la lezione ce la dà Valentino Mazzola stesso che si prodigò per aiutare il capitano del Benfica Ferreira in difficoltà economiche in quel lontano 1949…
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