Buonanotte granata / La ricetta per affrontare il derby della Mole: riscoprirsi dei veri cuori granata
Quelli del Toro li riconosci, sempre. Con un brandello di colore sui vestiti, un tatuaggio a marchiare la pelle, una bandiera che sventola da anni dallo stesso balcone, negli occhi un sogno, una nostalgia che parla di battaglie vinte e perse, ma sempre giocate nella lotta.
Quelli del Toro li vedi dai sorrisi e dalla luce che illumina il volto quando si parla di granata, di passato e di speranza per il futuro, quando nominano un ricordo e quando, a volte, un groppo in gola finisce per fermare le parole nel racconto, in quell'emozione che fa così male e così bene rivivere, in quell'angolo di cuore che non ci strapperanno mai.
Quelli del Toro perdono, fin troppo, e fin troppo sanno perdere. Perdono la voce, le speranze e spesso le partite. Inciampano, cadono. E si rialzano, con le ferite che bruciano e un tassello di rabbia che si aggiunge agli altri. Dalle sconfitte imparano qualcosa, ma forse non così tanto, perché li ritrovi ogni domenica lì, sugli stessi, granatissimi errori. A perderci ancora la voce.
Quelli del Toro vincono, ogni giorno. Non cedono. Chiedono forza, lotta e coraggio e quando non li ottengono, chiedono ancora più forte. E il Toro non lo abbandonano mai.