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Ma quali reali vantaggi garantirà il Robaldo? A livello emotivo non sarà certamente equiparabile al vecchio Fila dove i giovani giocavano e respiravano aria di storia granata oltre che di contatto vero con la Prima Squadra. Però nel calcio moderno un quartiere generale efficiente e all'avanguardia è fondamentale per far lavorare bene il settore giovanile e il Robaldo si propone come obbiettivo primario sicuramente questo. Poi, certo, più che i muri ed i campi, contano le persone e le competenze che queste portano e ciò si acquisisce solo ingaggiando allenatori, preparatori, fisioterapisti, medici e scout che siano molto, molto, molto in gamba a fare il proprio mestiere. E qui entra in ballo il budget che la società mette a disposizione del direttore sportivo delle giovanili: più alto è questo budget più facilmente il direttore potrà mettere sotto contratto i migliori professionisti di ogni area citata; più basso sarà tale budget, più difficile diventa chiaramente riuscire a formare staff di alto livello. È chiaro che agli occhi di giocatori e degli altri professionisti del settore poter vantare un centro sportivo moderno e funzionale è un plus che, a parità di condizione economica, può fare pendere la bilancia verso il Toro al momento di scegliere dove accasarsi, piuttosto che verso un'altra società che ne è priva, ma il nuovo centro sportivo non può da solo essere la calamita decisiva per attirare i talenti del futuro.
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Il Robaldo (a proposito non si è ancora parlato di un nome da dare a questo centro o anche dei nomi da dare ai suoi quattro campi e sono molto curioso di sapere cosa salterà fuori in questo senso...) sarà un ottimo punto di partenza per rilanciare la canterà granata, ma non basterà se Cairo non si convincerà che il vivaio deve essere il fulcro delle strategie del Torino come è sempre stato nella centenaria storia granata. I Buongiorno statisticamente nasceranno sempre ogni tot anni, a prescindere dallo stato delle nostre giovanili e la nostra storia recente lo dimostra, ma se si vuole che salti fuori un Buongiorno ogni anno e non ogni dieci, allora occorre immaginare il Robaldo come la cornice in cui investire pesantemente sul "materiale umano" adatto a raggiungere un tale obbiettivo. Gli Ussello, i Cozzolino, i Vatta, tanto per fare dei nomi noti, sono stati in passato il valore aggiunto che, unito alla magia del Filadelfia, contribuivano a fare del Torino il migliore vivaio di Italia. Risorse, passione, persone e luoghi: tutte queste componenti devono pesare allo stesso modo se si vuole che la ricetta funzioni, altrimenti anche il Robaldo sarà l'ennesimo passo a metà di una società che da vent'anni a questa parte non ha ancora capito come riannodare i fili con il proprio glorioso passato.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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