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Provate a fare questo gioco, e forse riuscirete per un istante a comprendere cosa devono aver provato i “lealisti” a veder scendere in campo per una squadra cattolica uno dei migliori talenti di sempre del calcio nord irlandese. Stiamo parlando di una terra dove il Derry Football, altra squadra cattolica, è stato costretto nel 1985, con una speciale intercessione della Fifa, ad “emigrare” nella Lega Calcistica della Repubblica d'Irlanda, a causa di continui scontri tra i suoi tifosi cattolici e i tifosi protestanti. Neanche l'accordo di pace del “Venerdì Santo” del 10 aprile del 1998 è riuscito a spegnere del tutto le tensioni negli stadi, che continua ad essere uno dei luoghi in cui si manifesta lo scontro tra identitari cattolici e unionisti protestanti. La storia tra Jimmy Jones e il Belfast Celtic finì traumaticamente nel “Boxing Day”(la partita che si gioca tradizionalmente nel giorno di Santo Stefano) del 1948, evento che vide scontrarsi i bianco verdi del Celtic contro la celebre squadra protestante del Linfield. A pochi minuti dalla fine dell'incontro, e dopo l'insperato pareggio della propria squadra, i tifosi del Linfield invasero il campo e si avventarono sui giocatori avversari.
Ad avere la peggio fu il giovane Jimmy Jones a cui i tifosi del Linfield spezzarono una gamba(che recuperò per l'attività agonistica dopo due anni di delicati interventi chirurgici). E probabilmente gli sarebbe finita peggio se il cattolico Sean McCann, portiere della squadra del Ballymena United, non si fosse precipitato in suo aiutò dal suo posto in tribuna, cominciando a rifilare calci e gomitate alla folla impazzita che si stava accanendo sul corpo ormai svenuto di Jimmy Jones. Sean, vista l'impossibilità di poter difendere con le sue mani il giocatore del Celtic, decise che gli rimaneva una sola possibilità per salvarlo dalla furia dei tifosi del Linfield, che sembravano volessero seriamente ucciderlo: con il suo corpo lungo da portiere, si buttò sopra il corpo di Jimmy Jones, prendendosi tutte le botte al posto suo e probabilmente salvandogli la vita.
Anni dopo, ormai anziano, Jimmy Jones in un intervista regalò un lampo di quell'ironia di cui sono piene quelle terre: “la cosa paradossale è che io ero protestante e le persone che stavano cercando di uccidermi erano protestanti, mentre Sean McCann era cattolico”. Le squadre di calcio come crocevia delle grandi questioni storiche in cui sono protagoniste le persone con le loro identità, questo insegna questo pezzo di storia di sport nordirlandese. Il bisogno di essere rivali, di essere parte di qualcosa, di interpretare le proprie esperienze; questo ci rimanda, da più di cento anni, il magnifico gioco del calcio. A ricordarci continuamente una verità fondamentale, come ebbe a sottolineare il mistico indiano Swami Vivekananda: “se fossimo tutti identici, che monotonia! Stesso fisico, stessi pensieri. Che cosa ci rimarrebbe da fare, se non sederci e morire nella disperazione. Non possiamo vivere come una fila di fromiche, la diversità fa parte della vita umana”. Viva il calcio. Viva la diversità. E buon inizio agonistico a tutti. Con il cuore.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
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