In effetti tecnicamente l'operazione Immobile è un capolavoro in termini di benefici economici per il Torino Fc: mega plusvalenza sulla metà di un giocatore che approda in un club tra i più forti in Europa e soprattutto la consapevolezza che, con l'altra metà nelle mani della Juve, sarebbe stato impossibile ottenere di più. Anzi, si potrebbe quasi arrivare a dire che Cairo sia la "bestia nera" dei gobbi sul mercato visto che fino ad oggi è riuscito quasi sempre ad ottenere da loro un rendiconto (tranne nel caso di Pasquato, operazione a tutt'oggi incomprensibile...), cosa per nulla scontata.
Se Immobile fosse stato tutto del Toro, forse Cairo lo avrebbe venduto dopo il Mondiale, probabilmente alzando ulteriormente il prezzo, ma già cosi l'operazione è stata buona per tutti: per il giocatore che ha firmato il contratto della vita, per il Toro che ha fatto un realizzo da record, per il Borussia che trova l'erede di Lewandoski e, purtroppo anche per la Juve che raccoglie del cash senza sforzo. Restano i 22 gol fatti da Ciro a cui sopperire. Un centravanti da 10-12 reti andrà preso, ma quest'anno sarà importante anche che gli attaccanti di riserva facciano almeno 3-4 gol a testa per far tornare i conti.
Nessuno ha versato lacrime per Immobile come fu per Bianchi: sarà per l'effetto Europa League? Sarà perchè un solo anno, ancorchè sfavillante, non può lasciare il segno come un quinquennio di sofferenza (tanta) e di gioia (poca) sportiva? Qualunque sia il motivo il tifoso del Toro ha saputo andare oltre l'idea che un giocatore rappresenti più della squadra. Il problema forse è che ora molte aspettative del popolo granata si stanno riversando su Giampiero Ventura, considerato ormai come un Re Mida della panchina. Una nomea rischiosa e che il prossimo anno peserà sul giudizio dell'annata che farà il Toro: ci si aspetta crescita in termini di risultati e l'esplosione di nuovi Immobile. Difficili entrambe le cose, ma ormai il credito del tecnico (e se lo è meritato, in tutta onestà) è talmente alto che gli si perdonerà molto se non tutto.
E intanto all'orizzonte si stagliano nella loro nuova veste di icone granate Glik e Darmian, ancor più di Cerci che non si sa se tornerà dal Brasile per rientrare al Toro o andare altrove. Chi lo dice che le bandiere non esistono più? Esisteranno fino a quando in campo con la maglia del Toro ci sarà qualcuno che ne incarna i valori e lo spirito.
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