So che alcune cose si stanno muovendo in società, alcune scelte sembrano più avvedute, maturate, rispetto al passato, ma in fondo anche questo è un copione già scritto.
Alcuni sprazzi di logica sono stati forniti alle nostre esauste intelligenze anche negli anni passati, ma erano lampi nel marasma della confusione e degli errori, annunciati ed elencati, da tanti, da tutti in vario modo ed in tempi diversi.
Così è ora; si mette forse a posto un pezzo, si tappa un buchino, ma si lasciano tante falle aperte, fingendo di non vederle o negandone l’esistenza.
Così è in società e così persiste attorno ad essa, in questo ambiente granata ripetitivo e recidivo.
I veri nemici ridono e assaporano la nostra lenta fine ma noi non ce ne curiamo, pensiamo non si occupino più di noi e non ci rendiamo conto che forse c’è stata solo una tregua, almeno apparente, per di più ci allontaniamo dagli amici veri di sempre, non ci aggreghiamo che in piccoli gruppi, non mettiamo in movimento quella potenziale ( forse solo ipotetica a questo punto) macchina da guerra di fede, sentimenti, cultura, passione, unione, che era un tempo la tifoseria granata.
Accettiamo, non in silenzio ma uniformandoci dicendo il contrario, di far parte di questo spettacolo indecoroso che è il calcio e forse tutto lo sport professionistico italiano, avvilito dalla sete di denaro facile, indipendentemente dalle scommesse, sia ben chiaro.
Che dire! Attendo che qualcosa accada fuori e dentro di me, per poter tornare ad essere quell’antipatico borioso, per alcuni, e profetico attivista granata per altri.
In fondo queste mie righe non sono un commento per cui posso concludere come ho iniziato.
Toro: “no comment”!
(Foto: M. Dreosti)
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