Buonanotte granata/ A San Siro il Toro ha ritrovato in parte la grinta, ma i punti continuano a mancare
Perdere fa schifo. Diciamolo forte, scriviamolo, ricordiamocelo sempre. Me lo ripeto mentre mi preparo ad andare a dormire, crogiolandomi nelle ormai solite sensazioni di impotenza post-partita, guardando la classifica e vedendoci fermi, bloccati, in una posizione inutile a tutto, con un'ombra di paura che mi impongo di scacciare da diverse settimane. Giù non si va, spero, ma nemmeno su. Si sta fermi.
Perdere fa arrabbiare ed è il sentimento dominante di tutto il campionato, che ha trasformato il piacere di seguire il nostro Toro in una fatica necessaria, preda di illusioni momentanee e delusioni permanenti. La testa pesante e piena di perchè: perchè questi passaggi sbagliati, perchè gli errori difensivi, perchè questo modulo così arcinoto, perchè Peres non è più Peres e Baselli non è più Baselli, perchè Ciro non può fare tutto da solo... perchè, perchè e perchè?
Perdere fa schifo e lo ribadisco mentre rivedo nella mente le azioni che ho visto a San Siro, e questi zero punti non potrei prenderli positivamente nemmeno con il massimo dello sforzo e un bicchiere di vino di troppo.
Ma, devo scriverlo con altrettanta forza, ieri il Toro ha fatto capolino su quel campo pesante. Ieri, nella foga e nella grinta, ho visto un pezzo di Toro, ed era un buon pezzo. Manca tutto alla squadra, e me ne rendo conto, giornata dopo giornata. Un condottiero in grado di cambiare e correggersi nei tempi e nei modi giusti, la qualità di squadra, che non è solo dei singoli, ma deve unirsi per comprendersi in campo e trovarsi, punti chiave in diverse posizioni che, prima o poi, qualche mercato (speriamo quello estivo) dovrà andare a coprire. Ma ciò che mancava maggiormente era la voglia, la forza di essere il Toro, l'orgoglio.