Il 20 novembre 1983 faceva il suo debutto con la maglia della Prima Squadra del Torino in un roboante 4 a 0 alla Lazio un certo Silvano Benedetti. Quel giorno di 42 anni fa in pochi si sarebbero aspettati che Benedetti sarebbe stato così influente sulla storia granata. Ha attraversato diverse epoche e ha rivestito diversi ruoli. Ci sembrava giusto omaggiarlo su Toro News con un'intervista esclusiva in grado di far riemergere le emozioni di quella partita.

Esclusiva
Benedetti a TN: “Bersellini era rigido ma… Baroni ha trovato la quadra”
Buongiorno Silvano. Emozioni di quel giorno magico?"Per qualsiasi giovane è il coronamento di un sogno di tanti anni di settore giovanile. Sentire il profumo dell'erba del Comunale era magico. Tra l'altro ho debuttato in un gran bel Torino. Era il Torino allenato da Bersellini. Ci giocavamo Zaccarelli, Dossena, Danova, Selvaggi, ovvero giocatori che avevo sempre visto in figurina e poi a un certo punto mi sono trovato a giocarci insieme. Davvero bello".
Ha parlato di Bersellini. Lui è stato un grande doppio ex di Torino e Como, prossime avversarie in Serie A. Che allenatore e uomo è stato Bersellini?"Era un allenatore di una volta, abbastanza rigido, aveva le sue idee e veniva molto rispettato. Devo dire che mi ha trasmesso dei valori sani e utili per il mio futuro. Mi ha permesso di vivere il calcio in una certa maniera. Il mio ricordo è molto positivo".
Più bastone che carota in altre parole. "Sì, però quando i Bersellini, i Fascetti e i Radice usavano il bastone tu da giocatore percepivi che era un bastone a fin di bene ed era uno sprone a migliorarsi sempre di più".
Cosa si aspetta dall'attualità tra Torino e Como?"Torino-Como è una bella partita. Il Torino nel derby ha dimostrato di aver trovato una quadra. Attualmente è compatto e si esprime bene. Il Como è giovane, corre e propone un bel calcio. Non sarà affatto semplice per la squadra di Baroni".
Oggi celebriamo il suo debutto da giocatore del Torino, però poi ha vissuto il Torino sotto svariate vesti. Cosa ha significato vivere il granata da tanti punti di vista differenti?"Per noi che siamo cresciuti al Filadelfia è stata una bella avventura. Sono arrivato che dovevo ancora compiere 15 anni e ho incontrato sulla mia strada diversi maestri, primo fra tutti l'avvocato Cozzolino. Poi non posso non citare Vatta, Naretto, Marchetto, Puia: sono stati tutti campioni dentro e fuori dal campo. Volevano far esordire i giovani per dare un'impronta e devo dire che ci sono riusciti".
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