Milinkovic-Savic è stato autore fin qui di una stagione da assoluto protagonista. Se lo aspettava?“Da ex portiere l’ho seguito con un occhio di riguardo. Devo dire che è migliorato tanto, questa è sicuramente la sua miglior stagione, non tanto per i rigori parati quanto per il suo rendimento. Parare un rigore è bello, è gratificante, è come segnare per un attaccante. Però, il miglioramento di Milinkovic-Savic è più generalizzato. L’errore ci sta sempre, lo fanno tutti. Il Toro ha finalmente trovato il portiere che ci si aspettava. Se devo trovare un pelo nell’uovo, con la stazza fisica di Vanja mi aspetterei un ulteriore passo in avanti nelle uscite alte per dare ancor più tranquillità ai difensori”.
Ancora oggi è molto attivo sui campi da calcio. Non si stanca mai... “Alleno nella Monreale Calcio, dove ho iniziato la mia carriera giovanile. È la squadra del mio paese, insegno ai bambini e ai ragazzi da svariati anni. Vederli crescere e migliorare è una forma di gratificazione. Chi ha fatto il portiere di professione, di solito ama trasmettere i segreti del mestiere alle nuove generazioni. Ricevo grandi gratificazioni dalla scuola calcio”.
Tornando al passato da calciatore, come mai non chiuse la carriera al Torino ma si trasferì all’Hellas Verona nell’ultima sua stagione? “Sarei rimasto a Torino tutta la vita, avevo ancora un contratto per un anno. Però, non mi ritrovavo più con Gigi Radice a causa di diversi attriti che si protraevano dall’anno precedente. Decisi di strappare il contratto, lo feci con il cuore spezzato. Rimasi senza squadra, l’Hellas aveva bisogno di un portiere al fianco di Giuliani. Mi chiamò l’amico Moreno Roggi che faceva il procuratore e mi disse delle necessità del Verona. Così mi trasferii all’Hellas”.
Cosa si aspetta domenica da Torino-Hellas Verona?“Domenica sarà una partita importante soprattutto per il Verona. Purtroppo il Torino naviga da vent’anni a metà classifica senza grandi sussulti. Le due qualificazioni europee sono arrivate per demeriti altrui, quindi sul campo non si è mai qualificato nelle competizioni europee con Cairo presidente. Mi dispiace non vedere il Toro dove compete a un simile club. Il posto del Toro è dove arrivano Bologna e Fiorentina negli ultimi anni. Probabilmente non c’è la volontà di arrivare lì. Si deve soffrire, ma lo si fa con la consapevolezza che con questa dirigenza in Serie B non si andrà mai. Quindi, il Toro è destinato a navigare a metà classifica”.
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