Le Voci

Cairo: “Vendere il Torino? Sono disponibilissimo. Più di così che posso fare?”

Le parole del patron del Torino in occasione dell'evento nel cuore delle Langhe
Redazione Toro News
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In occasione della quattordicesima edizione del Festival della Tv, Dogliani si anima di eventi imperdibili e ospiti straordinari. Tre giornate, a partire da quella di oggi, in cui la città delle Langhe offre spunti di discussione e approfondimento a 360 gradi sul mondo della comunicazione. Proprio in questo contesto, in piazza Umberto I, Urbano Cairo è stato intervistato da Mario Calabresi, direttore di Chora Media. La discussione tra i due è stata un'occasione per discutere del futuro dell'editoria e del mondo dell'informazione, ma non sono mancati accenni alla situazione del club granata da parte del patron del Torino, servito da alcune proteste arrivate dal pubblico.

Cairo, le parole a Calabresi in occasione del Festival della TV

Dal pubblico: “Vendi il Torino!”. Calabresi: “Hai pensato di vendere il Toro?” “Mi fa piacere che ci sia qualcuno che dica queste cose. Venendo qua a Dogliani ho pensato a quante famiglie hanno l’imprenditore alla prima generazione che fa grandi cose, la seconda che gestisce e la terza che dilapida. Generalmente dopo tre generazioni le famiglie fanno fatica. Allora mi sono detto: la prima generazione per il Toro è il Grande Torino. Inimmaginabile, fermato da una tragedia terribile. Poi si è ripreso, anni 60’/70’., lo scudetto del '76. Poi però il Torino nei dieci anni prima di me era sei volte su dieci in Serie B e delle quattro in Serie A, tre volte retrocedeva. Poi nel 2005 è fallito. Io ho comprato il Torino dal fallimento senza strutture, giocatori o palloni. Questo è il Toro che ho trovato io. Io sono ripartito, ora sono la prima generazione. Non sono certamente competitivo come le prime due, ma sono meglio della terza. Oggi abbiamo una squadra da 13 anni in Serie A, otto volte nella parte sinistra, due volte in Europa. Abbiamo delle strutture, perché una volta non c’era nulla. Oggi c’è il Filadelfia. Quando sono arrivato era chiuso da undici anni e non c’era intenzione di riedificarlo. Io sono arrivato, ci siamo messi al lavoro con il Comune, la Regione e i tifosi e abbiamo posato la prima pietra dieci anni dopo. A breve inaugureremo un bellissimo centro sportivo per i giovani. Il Toro non ha mai avuto queste cose. Abbiamo di nuovo un settore giovanile…”.

Dal pubblico: “È così da vent'anni! In Europa siamo andati perché gli altri non avevano i bilanci in regola!” “Avere i bilanci in regola non è da poco. Se uno non va in Europa per questo è giusto, ci mancherebbe. È giusto che in Europa ci vada chi ha rispettato le regole”.

Queste critiche ti amareggiano? Non ti fanno mai venire voglia di lasciar perdere? “Intanto per me vendere il Toro è una responsabilità. C’è stato Ciuccariello ma io fortunatamente non l’ho neanche mai incontrato. O altri soggetti poco raccomandabili. Vendere il Toro non è banale, devi trovare qualcuno con risorse e capacità per fare meglio di me. Avrò fatto poco? Sono tredici anni che siamo in Serie A... Quando sono arrivato nel calcio, nel 2004/05, dominavano, a parte le solite, al quarto posto l’Udinese, al quinto la Sampdoria e sesto il Palermo. Oggi l’Udinese è dietro di noi, la Sampdoria va in Serie C e il Palermo è in B senza tornare su. Il Parma ha vinto le coppe europee negli anni ’90 ed è tornata in Serie A l’anno scorso. Non è facile tenere una certa posizione in A per un certo numero di anni. Se arriva qualcuno con disponibilità e passione per fare le cose bene io sono disponibilissimo. Sono 20 anni che sono al Toro, più di così cosa posso fare? L’ho preso dal fallimento e lo consegno in condizioni molto migliori, in Serie A, con tanti giocatori nelle rispettive nazionali, il Robaldo, il Filadelfia: meglio di così! Poi chi arriva farà meglio”.

Ho visto che rispondi ai messaggi: sei tu o hai un social media manager? "Nono, sono io! Quando capita rispondo. Ci sono tanti che mi scrivono "Non mollare", "Stai con noi", "Vai avanti", etc. Poi ci sono tanti che scrivono anche delle cose meno belle. Lì a volte rispondo ma se vedo che non c'è un dialogo vero è inutile rispondere, no?". 

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