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Diego Fuser: “La riscossa del Torino può partire dalla Lazio”

Diego Fuser

Esclusiva TN / Doppio ex illustre: ha aperto e chiuso la carriera in granata. Nel mezzo ben sei stagioni in biancoceleste

Andrea Calderoni

Diego Fuser ha iniziato e ha finito la propria carriera al Torino. Nel mezzo, però, anche stagioni importanti con la casacca della Lazio. È, dunque, il più classico dei doppi ex ed è proprio lui ad introdurre i lettori di Toro News alla sfida di domenica tra i granata di Marco Giampaolo e i biancocelesti di Simone Inzaghi. La carriera di Fuser in sterili numeri si potrebbe così sintetizzare: 26 apparizioni in nazionale con 3 gol e 405 in Serie A con 65 reti. Con la Lazio sei annate tra il 1992 e il 1998, mentre con il Torino la prima partita tra i professionisti (1° ottobre 1986 ritorno del primo turno di Coppa Uefa Torino-Nantes 1 a 1) dopo essere stato scoperto dall'indimenticabile Sergio Vatta, e l’ultima (1° maggio 2004 torneo di Serie B Torino-Verona 1 a 1).

Buongiorno Fuser, si aspettava un inizio così difficoltoso di stagione per il Torino di Marco Giampaolo?

“Sinceramente no, non me l’attendevo. Pensavo che la partenza potesse essere migliore. È indubbio che c’è bisogno di un po’ di tempo per assimilare gli schemi e le modalità di gioco di un allenatore. Diamo, perciò, ancora qualche settimana a Giampaolo”.

E domenica c’è la Lazio. Che partita dobbiamo attenderci?

“Il Toro, come detto, sta vivendo un momento non felice. Ha ottenuto il passaggio del turno in Coppa Italia, ma la classifica in campionato non sorride. Penso che la riscossa del Toro possa partire da questa partita, perché giocare contro le grandi squadre ti dà stimoli aggiuntivi. E poi il Torino inizia ad aver bisogno di punti. Spero francamente che possa vincere per risollevarsi”.

Da ex centrocampista cosa ne pensa del reparto mediano del Torino?

“Al momento è prematuro tirare delle conclusioni. Dopo questi primi risultati negativi sarebbe un po’ come sparare sulla croce rossa. Il Toro, come tante altre squadre, ha un buon livello ma soltanto tra qualche giornata si potrà giudicare il centrocampo granata e l’intera rosa”.

A proposito di centrocampisti, si sta inserendo prepotentemente in Prima Squadra Jacopo Segre, prodotto del settore giovanile granata. Quanto è importante per una società come il Torino tornare a lanciare giovani cresciuti nel suo vivaio?

“È vero, è mancata un po’ la filiera negli ultimi anni. Ai miei tempi il Torino ha fatto esordire tanti ragazzi del proprio vivaio in Prima Squadra. Mi ricordo che era un motivo d’orgoglio particolare non soltanto per il club, ma anche per la tifoseria. La storia di Segre in tal senso la ritengo positiva e spero che possa essere la prima di tante, perché il Torino ha quel senso identitario che lo rende unico”.

Nemmeno la Lazio, comunque, è scattata alla grande dai blocchi di questa Serie A. Gestire Champions League e campionato può diventare problematico per i capitolini?

“Il doppio impegno incide, ma la Lazio ha dalla propria parte le ultime stagioni vissute ai massimi livelli, a differenza del Torino. La base dei biancocelesti è più solida. La Lazio ha al momento più certezze del Torino”.

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