Giuseppe Pastore, scrittore e giornalista di Cronache di Spogliatoio, oltre ad essere un autore affermato ha una visione sul calcio a 360° tale da restare meravigliati per la sua capacità di essere informato e aggiornato su ciò che accade a tutte le squadre del nostro campionato. Così lo abbiamo intercettato per chiedergli un parere sul momento del Toro, a poche ore dalla finale di Copa del Rey di questo sabato sera tra Barcellona e Real Madrid: un evento che, manco a dirlo, Giuseppe seguirà da vicino, anche perché trasmesso proprio sul canale YouTube di Cronache di Spogliatoio (ore 22, telecronaca di Marco Cattaneo e Federico Balzaretti).


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Giuseppe Pastore a TN: “Toro, capisco i tifosi. Ma un barlume di speranza c’è”
Giuseppe, il Torino grazie alla vittoria con l’Udinese ha consolidato il decimo posto, ma ai tifosi questo non basta, anche perché nel frattempo anche il Bologna ha messo la freccia superando i granata. Il 4 maggio organizzeranno una manifestazione di protesta contro Urbano Cairo. Comprende la loro posizione? "“La comprendo totalmente. Ne ho parlato anche nei vari spazi dove intervengo. In questo momento, nel calcio europeo, assistiamo a una chiara affermazione del fatto che le idee vengono prima dei soldi. Non si nota solo in Italia, come dimostrano le cavalcate di Nottingham Forest quest’anno o Girona l’anno scorso. Non ci si può nascondere dietro una frase fatta come “la nostra dimensione è questa”. Il Bologna è un esempio ancora più significativo rispetto all’Atalanta, perché ha una proprietà straniera che è stata brava a scegliere i dirigenti e gli allenatori giusti, poi i risultati sono stati una conseguenza. Il paragone con il Bologna dimostra che molte versioni dei fatti offerte dalla società sono un po’ tendenziose”.
Come legge la stagione attuale del Torino di Vanoli? “Devo dire che quest’anno si è visto il Toro migliore degli ultimi anni, sicuramente migliore di quelli di Juric. Da qualche mese mi piace vedere le partite del Torino, cosa che non succedeva da un po’. Al di là dei risultati – e nel 2025 sono state perse solo due partite, in maniera molto sfortunata – vedo qualità e freschezza. La squadra ha saputo andare oltre a un mercato sbagliato, che non ha portato la punta di cui c’era bisogno da ottobre, anche se sono arrivati due giocatori importanti come Elmas, che io mi auguro il Toro riscatti, e Casadei, a cui va dato ancora un po’ di tempo per inserirsi".
Promuove, quindi, il lavoro di Vanoli?“Allenatore validissimo, a me piace pure come persona. Non si nasconde dietro a frasi fatte e ha sempre imposto la sua dignità e il suo valore umano, che mi pare sia riconosciuto”.
Cosa manca al Toro per fare il salto di qualità?“Un attaccante da 10-15 gol, che non è detto possa essere Zapata: ha compiuto 34 anni ed è reduce da un infortunio molto grave. Quest’anno, ci fosse stato un centravanti importante dal punto di vista realizzativo, il Torino avrebbe potuto avere 10-15 punti in più ed essere in corsa per l’Europa. Non servono miracoli, vedo una buona base. C’è un ottimo portiere, una difesa che necessiterebbe magari di un altro perno centrale importante, il centrocampo potrebbe perdere Ricci ma è comunque competitivo. Considerando questo, insieme alle qualità di Vanoli come tecnico, vedo un barlume di speranza per il futuro. Se mi aveste fatto questa domanda un anno fa, sarei stato molto più cattivo nel rispondere. Certo, mi auguro di non vedere altre cessioni repentine fatte il 29 di agosto…”.
Vanja Milinkovic-Savic è il portiere più forte di questo campionato? “Uno dei migliori, secondo me insieme a Svilar, Carnesecchi e De Gea. Ha avuto un appannamento, ma con l’Udinese è tornato ad essere uno dei migliori. Onestamente, non mi aspettavo un miglioramento così. Fino a un anno, un anno e mezzo fa, pensavo fosse l’anello debole del Toro. Al di là dei rigori parati ho visto carisma, concentrazione, crescita nei fondamentali come le uscite. Ora è uno dei leader del Toro e ripeto che non me lo aspettavo”.
Si avvicina la finale di Copa del Rey e non possiamo fare a meno di chiederle cosa pensa della polemica sollevata dal Real Madrid durante la vigilia del match…“Se è vero che in Italia tendiamo a vedere complotti ovunque, in Spagna le cose non vanno molto meglio, anzi, direi che siamo fuori controllo. Che il Real Madrid, una società certo non invisa al potere, accampi teorie su congiure ai suoi danni mi sembra una storia del genere fantasy. Questo ci porta all’origine dei problemi Real: oltre ad avere conti piuttosto spericolati, anche se in quanto Real Madrid non potranno mai fallire, hanno cercato di uscire da un sistema in cui si sentivano costretti con la Superlega; fin qui non ci sono riusciti, così hanno accampato battaglie contro i mulini a vento che hanno avuto effetti negativi anche sulla squadra. La rosa, peraltro, è costruita male nonostante abbiano preso Mbappe. Spargere fumo su tutto il sistema arbitrale spagnolo non aiuterà a ritrovare serenità anche se è vero che arbitri spagnoli hanno commesso molti errori e un paio di passaggi sospetti ci sono stati. Ma la scelta di montare video per attaccare l’arbitro che ti dirigerà il giorno dopo è un atteggiamento quasi mafioso: un termine che uso volentieri, perché è un avvertimento che non è accettabile e non ha nessuna attenuante. Florentino Perez si sente onnipotente, sa di essere l’uomo più potente del calcio spagnolo, sta al sistema fargli capire che non va bene. Ne va della salute del calcio spagnolo ma non solo”.
In campo chi vincerà tra Barcellona e Real Madrid?“Quest’anno il computo totale dei precedenti dice 9-2 Barcellona. Per questo i blaugrana sono favoriti, anche se hanno il pensiero della semifinale Champions contro l’Inter che immagino dovrà essere gestito. Il Madrid deve ritrovare compattezza in mezzo al campo; nelle sfide in campionato si sono esposti alle ripartenze e alla verticalità del Barcellona, che è andato a nozze. I blancos sono costretti a cambiare atteggiamento, altrimenti andrà a finire come in Liga”.
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