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tor interviste Onofri a TN: “Simeone? Lo caratterizza l’umiltà. La sorpresa del Toro sarà…”

Esclusiva

Onofri a TN: “Simeone? Lo caratterizza l’umiltà. La sorpresa del Toro sarà…”

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In esclusiva le parole dell'ex Torino e Genoa, grande conoscitore della materia calcistica. "Al gol di Simeone sono saltato in piedi"
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Claudio Onofri lega il proprio nome a tre ambiti calcistici: il Torino, il Genoa e la telecronaca. Cresciuto in granata, ha trascorso ben nove anni nel Grifone. Per tanti anni è stato poi inserito come allenatore e dirigente del Genoa, prima di diventare una delle seconde voci più iconiche del calcio nostrano (indimenticabili le sue telecronache soprattutto in Serie B). In esclusiva su Toro News torna a parlare di Torino, di Baroni, del suo amico Simeone e lo fa con la sua proverbiale capacità di analisi.

Buongiorno Claudio. Come giudica la vittoria contro il Napoli?"Vincere contro il Napoli non è mai semplice, farlo in un momento non entusiasmante è ancora più importante perché ritrovi delle certezze. Ho visto giocatori del Torino riprendere quorum nelle ultime settimane. I granata si toglieranno certamente dalla situazione complessa: ho visto una squadra viva e organizzata. Sono stato contento di aver visto così il Toro". 


Sono state mosse critiche troppo frettolose a Marco Baroni?"Il mio discorso è in linea generale perché non vivo lo spogliatoio. So per certo che se un allenatore ha delle idee non le può far attuare in sette/otto giornate perché le dinamiche non sono semplici. Ci sono allenatori che rendono meglio nel breve periodo perché sanno adattarsi meglio all'avversario, altri hanno bisogno di un po' più di tempo perché devono inculcare la loro idea. Baroni sa quello che vuole in entrambe le fasi, in due mesi non si può vedere tutto quello che l'allenatore prepara durante gli allenamenti. Serve la sicurezza per affinare i meccanismi e i risultati fanno acquisire sicurezza". 

La sorprende Simeone?"No, non mi sorprende affatto. Conosco personalmente il giocatore e la persona. Sono molto contento per lui e per il Toro. Simeone ha un'umiltà straordinaria, il che non è scontato nel calcio e a maggior ragione non è scontato per uno come lui, figlio d'arte. Al suo gol contro il Napoli sono saltato in piedi anch'io. Del resto, faccio il tifo per lui e per il Torino perché in granata sono cresciuto e mi sono tolto grandi soddisfazioni da giovanissimo; ho avuto il privilegio di giocare con i Castellini, gli Zaccarelli, i Mozzini. Non nascondo che devo tantissimo anche al Genoa, con cui ho giocato nove anni e poi ho intrapreso anche la carriera da direttore sportivo e da allenatore. Devo dire che nella mia carriera sono stato fortunato: non a tutti capita di vestire le maglie di Torino e Genoa. Sono due squadre che ti restano dentro. E non lo dico per piangeria o per prendermi l'applauso". 

Da direttore sportivo su chi punterebbe nel Torino attuale?"Premetto che di portieri non ci capisco nulla, quindi su Isreael non mi esprimo. Non riesco a capire quando un portiere è davvero valido e quando non lo è. Detto questo i due giocatori che più mi affascinano sono Casadei e Coco. Del primo parlano più persone, del secondo un po' meno. Coco ha 26 anni, è un ragazzo che ha quasi raggiunto la maturità agonistica. Lo ritengo un bel centrale difensivo, uno che può ancora crescere tanto".