Gramellini a TN: “L’uomo derby? Miranchuk. E punto su un tunnel di Vlasic a Bremer”
Massimo Gramellini al Festival della Letteratura (foto: wikipedia, autore: Niccolò Caranti)
In esclusiva le parole del giornalista e scrittore, viscerale tifoso granata, che tra passato e presente traccia la sua personale riflessione sul derby
Andrea Calderoni
Il lungo avvicinamento al derby della Mole di sabato 15 ottobre alle 18 su Toro News prosegue con un'altra esclusiva (dopo quelle a Franco Selvaggi e a "Pupi" Paolo Pulici), quella a un viscerale tifoso del Torino, ovvero il giornalista e scrittore Massimo Gramellini. Nelle prossime righe tra ricordi del passato e prospettive del presente Gramellini traccia la sua personale riflessione sulla stracittadina tra Torino e Juventus.
La prima cosa che pensa quando sente derby della Mole?
"L’ingresso in campo delle squadre. Non c’era momento più emozionante, da ragazzi, che vedere spuntare le maglie dei due capitani, Claudio Sala e Furino, dal tunnel sotto la Maratona. E riscoprire ogni volta, e ogni volta era sempre la prima, che la maglia granata era casa mia".
Qual è il derby al quale è più affezionato da tifoso?
"Darò una risposta da vero masochista: un derby perso. Uno a zero, ma in nove contro undici per l’espulsione di Bruno e Policano. I pochi rimasti in campo schiacciarono i pigiami nella loro area fino alla fine, dando una prova straordinaria di carattere. Uscendo dallo stadio, cantavamo i cori come se avessimo vinto".
Quale grande del passato granata vorrebbe in campo sabato per provare a sfatare il tabù? E perché?
"La risposta ovvia è Pulici, però andrebbero bene anche Ferrante, Silenzi o Rizzitelli perché ci manca un bomber, cioè qualcuno che sappia fare tiri anche brutti ma imparabili. I nostri attaccanti tirano troppo bene, ma così fanno fare solo bella figura ai portieri. L’unico che mi sembra dotato di fiuto del gol è Miranchuk: ogni volta che la tocca, tende a metterla dentro. Punto su di lui".
Dal punto di vista letterario il derby della Mole si può definire differente rispetto a tutti gli altri per la natura così distante tra granata e bianconeri?
"Per decenni questo dislivello è stato un vantaggio per noi. La Juve e gli juventini ci temevano. Noi invece non avevamo mai paura di perdere contro di loro. Chi cresceva al Filadelfia, giocatore o tifoso, era come se fosse vaccinato per quella partita lì. C’era un’epica tutta nostra. Ho visto Combin segnare una tripletta con la febbre a 39 perché l’aveva giurato a Meroni sulla bara. Ho visto Agroppi segnare un gol della vittoria in rimonta sotto la curva della Juve e farsi tutto il campo di corsa per andare a svenire sotto la Maratona. Vorrei poter dire che ho visto anche i tre gol in due minuti del famoso derby di Dossena, Bonesso e Torrisi, ma sarebbe una bugia. In realtà non ne vidi nemmeno uno, perché in curva eravamo tutti in preda a una sorta di delirio mistico. Dopo il 3 a 2 ricordo un mio amico serissimo, uno che prendeva 30 lode a tutti gli esami, mettersi in ginocchio sui gradini e prostrarsi in direzione del colle di Superga. Io piangevo come un bambino, anche se avevo già più di vent’anni…"
Secondo lei, quali sono le ragioni che hanno portato il Torino a vincere un solo derby degli ultimi trentaquattro giocati? Sembra una sorta di psicosi.
"Se lo è, allora Juric è la persona giusta per farci guarire. Lo chiamano “il nuovo Giagnoni”, e Giagnoni di derby ce ne fece vivere di memorabili…"
C'è una generazione di tifosi granata che hanno visto vincere, se va bene, un derby: da tifoso di lungo corso provi a descrivere cosa significa battere la Juventus...
"Non si può descrivere. Al netto della retorica, è la sensazione di un risarcimento morale: hai scelto di tifare la squadra più scomoda ed eccoti ricompensato. E’ papà che porta a casa le paste, il compagno di classe juventino che si dà malato il lunedì mattina, il water (autentico!) che spunta all’improvviso in mezzo alla Maratona…"
Complice le difficoltà attuali della Juventus, si tratta dell'occasione della vita per il Torino?
"Lei allude all’eventualità del tutto ipotetica che noi si vinca e si sorpassi dopo tempo immemore la Juventus in classifica, ricevendo una carica emotiva pazzesca che potrebbe rappresentare la svolta della stagione? Guardi, non so proprio di che cosa stiamo parlando…"
Su chi punta il famoso euro tra gli uomini a disposizione di Ivan Juric? Chi potrà essere decisivo?
"L’ho già detto: Miranchuk. E ne punto un altro su Vlasic che fa un tunnel a Bremer…"
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