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Esclusiva

Luigi Scaglia a TN: “Il Toro un sogno, i gol al Sassuolo qualcosa di magico”

Scaglia, Figurine
In esclusiva su Toro News le parole dell’ex centrocampista granata che ha segnato i suoi unici gol sotto la Mole proprio contro i neroverdi

Andrea Calderoni

Luigi Scaglia ha segnato due gol con la maglia del Torino ed entrambi sono arrivati contro il Sassuolo, prossimo avversario dei granata di Ivan Juric. Il primo nella regular season 2009/2010, il secondo nella semifinale play-off della stessa stagione (il Torino mancò la promozione in finale con il Brescia). Arrivato durante la “Rivoluzione dei Peones” per volere di Gianluca Petrachi, Scaglia è stato 24 volte granata e in esclusiva su Toro News ci introduce alla sfida di sabato che gli rievoca dolci ricordi.

Buongiorno Luigi. Dal Lumezzane al Torino agli inizi del 2010: che cosa ricorda di quei giorni?

“A gennaio ero a Lumezzane e quando ho saputo che mi voleva il Torino era qualcosa di inaspettato perché dalla Serie C finire in un club come il Torino era un sogno. Ero un ragazzo e fino all’ultimo non ci credevo”.

Come si sviluppò quella trattativa, inserita nella famosa “Rivoluzione dei Peones”?

“Io non sapevo niente fino all’ultimo. Dovevo giocare la domenica, il lunedì chiudeva il mercato: seppi dell’interessamento del Torino soltanto il sabato. Giocai la domenica con la maglia del Lumezzane e l’indomani mi trasferii a Torino. I granata mi seguivano da un po’ di tempo ma io non ne sapevo nulla”.

Poi iniziò una bella cavalcata lunga sei mesi...

“Iniziò una cavalcata che culminò con la finale dei play-off contro il Brescia. Segnai contro il Sassuolo sia in campionato sia nei play-off. Fu un qualcosa di magico. I tifosi erano tantissimi e realizzai il gol sotto la curva granata. Si tratta di un ricordo ancora vivo nella mia memoria”.

Che squadra era quella allenata da Stefano Colantuono?

“Era una squadra molto rinnovata. C’erano importanti individualità, come Ogbonna”.

Scaglia

L’anno seguente non andò nello stesso modo e rimase granata soltanto fino a gennaio.

“Non mi trovai. Ebbi la sfortuna in estate di avere un diritto di riscatto a favore del Torino troppo alto. I granata, giustamente, non volevano sborsare troppi soldi. Il Brescia, con cui avevo ancora un anno di contratto, non mi diede l’idoneità per giocare e così saltai tutto il ritiro. Tornai al Torino l’ultimo giorno di mercato, ero in ritardo di condizione e la partenza della squadra fu difficile. Mi dispiacque lasciare Torino perché è una grande piazza, ma nessun rimpianto perché comunque la mia carriera l’ho fatta”.

Parlando dell’oggi, come giudica l’avvio di stagione del Torino?

“Direi ottimo, soprattutto considerate le premesse. Leggendo i giornali, avevo visto che le cose non erano del tutto calme. Mi sembra una bella squadra e gioca bene a calcio. Sono contento soprattutto per Alessandro Buongiorno”.

In effetti è stato suo compagno di squadra al Trapani nel 2019/2020.

“Un ragazzo eccezionale, per me è fortissimo. Spero che giochi tanto nel Toro: io tifo per lui”.

Le parlava del Toro?

“Sì, sì mi parlava spesso del Toro. Ancora oggi lo fa: ci sentiamo spesso e l’anno scorso mi ha spedito una sua maglietta. Farà strada e non lo dico perché sono suo amico. Credo sia una risorsa anche per la Nazionale. Intanto è un patrimonio per il Toro”.

Quali sono le caratteristiche che più la colpiscono in lui?

“Ha prestanza fisica, ha velocità ed è sicuro. È un bel giocatore. Poi è chiaro che in una squadra come il Torino debba giocarsi il posto, soprattutto dopo l’arrivo di Schuurs. Credo che sia nel posto giusto per crescere perché il Toro se la gioca con tutti e sfidare il Toro è dura per tutti". 

Cosa si aspetta dal match di sabato contro il Sassuolo?

“Il Sassuolo è partito un po’ malino e l’assenza di Berardi è pesante. Speriamo che il Torino continui a far punti: prima si arriva alla salvezza, meglio è. Dopo la salvezza, puoi giocare con serenità e puoi anche sognare”.

Oggi gioca nel Franciacorta in Serie D. Come si trova?

“Mi diverto, spero di fare un bel campionato”.

Vuole rimanere nel calcio una volta appesi gli scarpini al chiodo?

“Non ci penso (ride ndr). Ho fatto il patentino Uefa B. Vorrei rimanere dentro al Franciacorta, fare il mio percorso e radicarmi nel club. Al momento però penso solo a giocare. È chiaro che senza calcio giocato inizierà una nuova vita, quindi devo cominciare a pensare al futuro”.

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