In esclusiva su Toro News le parole del noto giornalista, ex direttore di Tuttosport. La sua è un'analisi sul momento granata tra campo e contestazione
Torna a parlare con noi in esclusiva il giornalista Giancarlo Padovan, ex direttore di Tuttosport. Su Toro News analizza la situazione granata tra incessante contestazione a Cairo e un avvio di stagione sulle montagne russe.
Buongiorno Giancarlo. La sua impressione sul Torino?"Per me il Torino ha un buon allenatore che deve ancora trovare la quadratura del cerchio. Gli alti e i bassi sono tipici delle squadre che sono alla ricerca di se stesse sia come identità tattiche sia come spirito. Il Toro è condannato a soffrire e per una ragione o per l'altra gli avvii di stagione sono difficoltosi. Credo che Roma non sia stato un caso, però c'è da lavorare molto sulla difesa e sulla fase difensiva perché 8 gol presi tra Inter e Atalanta sono oggettivamente troppi. Tra l'altro sono stati concessi gol con troppa facilità, quasi senza opporre resistenza. Il Torino si è sciolto senza combattere troppo in entrambi i casi".
Tifosi-Cairo, ormai le posizioni sono polarizzate: è un punto di non ritorno?"Mi pare che la contestazione non sia una novità, purtroppo per il Torino, per Cairo e per tutto l'ambiente. Le parti sono polarizzate e credo che non se ne possa venire più a capo, nemmeno con risultati esaltanti. I risultati potrebbero ammorbidire ma i tifosi granata, per come li conosco, sono intransigenti e risoluti soprattutto sulle scelte societarie. La polarizzazione è evidente, credo che si perpetuerà. I tifosi non hanno alcuna intenzione di fare un passo indietro. Cairo non ha intenzione di vendere questo club. Si andrà avanti così, con questa modalità dicotomizzata e oserei dire imbarazzante. Siamo di fronte a un imprenditore che ha avuto e ha successo in quasi tutta la sua attività, però nel calcio fa fatica a testimonianza di come il calcio sia meno razionale di altri settori imprenditoriali".
Perché si è arrivati a questa situazione?"Io ero direttore di Tuttosport quando Cairo veniva osannato come salvatore della patria. Poi, però, ha disatteso alcune promesse. I tifosi del Torino non volevano lo Scudetto in vent'anni ma una squadra da coppe europee, volevano una squadra al livello di Roma e Lazio. Non si può giustificare questo insuccesso sportivo soltanto con la formula che il calcio è una materia scivolosa. Il Torino di Cairo negli anni ha venduto troppi giocatori di prima fascia per poter competere alle coppe europee con costanza e continuità. Il bilancio del Torino è sano, però al tifoso non importa lo stato patrimoniale, importano i risultati".