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toronews interviste Pistocchi a TN: “Vagnati? Difficile fare bilanci in una società senza progetto”
Esclusiva

Pistocchi a TN: “Vagnati? Difficile fare bilanci in una società senza progetto”

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
In esclusiva le parole del giornalista sulla situazione granata in seguito all'avvicendamento tra Davide Vagnati e Gianluca Petrachi

La settimana è stata particolarmente intensa per il mondo granata. L'avvicendamento tra Davide Vagnati e Gianluca Petrachi ha fatto molto discutere. In esclusiva su Toro News interviene Maurizio Pistocchi, attento osservatore del mondo Torino. E non mancano le critiche al presidente Urbano Cairo.

Buongiorno Maurizio. Si aspettava lo scossone in casa Torino?"Francamente no perché lincenziare il direttore sportivo significa attribuirgli le responsabilità di una gestione sportiva non all'altezza. Credo invece che le responsabilità prima di tutto siano della società e quindi di Cairo, colui che fa le scelte. Dal presidente si scende a cascata fino ai giocatori. Il direttore sportivo ha fatto scelte avvallate dalla società. Non credo che sia tutto attribuibile soltanto al direttore sportivo". 

Come giudica la lunga militanza di Davide Vagnati al Torino?"Non è facile fare bilanci in una società come il Torino che non ti dà l'impressione di avere un progetto, un'idea, un obiettivo di fondo. Sembra un club dove si vive alla giornata. Sembra che si viva per fare delle plusvalenze per salvaguardare i bilanci. Se i giocatori si accorgono di tutto questo, il gioco è già finito. I calciatori sono i primi che in una politica di questo tipo iniziano a pensare più a loro stessi che al bene comune. Non vedo nel Torino un progetto comune, un'ambizione comune. Ogni anno il Torino cerca di vendere i giocatori migliori e prova a fare acquisizioni per avere semplicemente plusvalenze. Per me non è facile parlare della situazione attuale del Torino. Il club granata sta nel mio cuore per quello che ha saputo dare al nostro calcio, resta una delle poche leggende del calcio italiano nonostante gli ultimi decenni sottotono. Purtroppo la situazione è quella che è. Fare un bilancio tecnico del Torino è davvero difficile".

Il grande colpevole è dunque Urbano Cairo? "I freddi numeri dicono che Cairo ha gestito il Torino senza fare un bagno di sangue mantenendolo stabilmente in Serie A. Da un certo punto di vista questi freddi numeri sono positivi perché non sempre il Torino era riuscito a restare stabilmente in Serie A. Da un altro punto di vista la gestione di Cairo stride con il successo ottenuto da Cairo in tutti gli altri settori in cui si è impegnato. Nel calcio finora le sue ambizioni non hanno avuto conferma nei risultati: è innegabile". 


Gianluca Petrachi rischia di essere una minestra riscaldata?"Ho considerazione di Petrachi: è competente ed è un uomo di calcio che sa vedere nei giocatori le loro possibilità e le loro prospettive. Si tratta di un buon acquisto per il Torino. Mi ha lasciato perplesso il suo discorso di presentazione. Chiarisco. Quando una squadra viene affidata a un allenatore, è lo stesso allenatore che deve dettare la linea sul sistema di gioco. Non è il direttore sportivo che deve dire che la squadra deve giocare con il 3-5-2. Ci sarà stato certamente un confronto tra Baroni e Petrachi, vedremo cosa porterà il confronto. Intanto resto perplesso per quello che è stato detto". 

Cosa consiglia al Torino per il 2026?"In passato avevo consigliato a Cairo di impostare un progetto tecnico, di sposare una linea di idee. Per intenderci: l'Inter ha una linea tecnica da anni, così come il Napoli da Benitez in avanti, il Barcellona addirittura dagli anni Ottanta. Il Torino al contrario ogni anno cambia, modifica la sua linea tecnica, il suo modo di pensare e proporre calcio. Penso che così non si vada molto lontano e i risultati lo testimoniano ormai da tempo".