Vede Ricci perno della Nazionale azzurra?"Certo che sì, è giovane, è volenteroso ed è molto forte. Mi piace molto".
Cosa le rievoca quel 1982/1983?"A Torino ho passato un'annata incredibile. Non mi sarei mai mosso dal Torino, purtroppo il calcio funzionava in altro modo. Sono finito a Catania quando dovevo passare alla Roma, ma sarei rimasto volentieri granata. La mia stagione a Torino fu meravigliosa, ci mancarono solo le ultime cinque giornate; buttammo all'aria la qualificazione alla Coppa Uefa. Quella stagione resterà per sempre quella del derby vinto in tre minuti. Ho capito dopo quarant'anni la portata di un'impresa irripetibile".
Perché di recente è stato a Torino, vero?"Sì. Dopo quarant'anni ho visitato il museo granata e mi sono emozionato perché il Torino ha una storia vera. Vedere la foto della mia giocata nel derby in mezzo alle foto di tanti altri campioni mi ha inorgoglito. Nell'estate 1982 potevo andare sia al Napoli sia al Torino e devo dire che non ho sbagliato la scelta, anzi in granata sarei rimasto per sempre. Sono una persona sensibile e la storia granata mi ha toccato più di ogni altra cosa in ambito calcistico".
Bastano i risultati positivi a smorzare la contestazione a Urbano Cairo? "No, al Toro serve un Renato Zaccarelli in società, questo darebbe una mano a Cairo e smorzerebbe la contestazione. Nello stesso tempo sappiamo che i campionati oggi costano un sacco di soldi e quindi non sempre si riescono a fare tutte le cose che si mettono in programma".
Oggi è ancora impegnato in ambito calcistico? "Negli ultimi anni ho aperto una mia scuola calcio, ho avuto un massimo di cento tesserati e cinque hanno raggiunto il professionismo. Finito il ciclo, ho preferito affilliarmi ad altre società, però continuo a lavorare a stretto contatto con i più giovani".
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