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Vagnati during the Italian Serie A, football match between Torino FC and Juventus FC on13 April 2024 at Stadio Olympic Grande Torino, Turin Italy. Photo Nderim Kaceli
In un periodo intenso di lavoro come agosto, ultimo mese utile per il calciomercato estivo, Davide Vagnati ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Il direttore tecnico del Torino ha condiviso le sue impressioni sul presente in granata, partendo però dal primo approccio con Urbano Cairo, quando era ancora nell'organigramma della Spal: "Sì, l’affare Gomis, il portiere. E sul trasferimento di Bonifazi pensavo che non fosse conveniente per la Spal, lo dissi e restai fermo sulle mie posizioni – dice Vagnati – Il presidente Cairo mi confidò che gli era piaciuto il mio atteggiamento, teso al bene e agli interessi della società per cui lavoravo. Sento molto la responsabilità del denaro altrui. Se i soldi sono miei, posso fare ciò che voglio. Se non sono miei, devo stare più attento e ottenere il massimo. Devo avere cura dei capitali della proprietà. Nel calcio si parla di milioni come di noccioline, ma serve cautela, un milione è un milione".
Il dirigente granata sottolinea come l’esperienza al Toro lo abbia fatto crescere: "Al Torino penso di essere cresciuto – afferma – perché lavorare a contatto con il presidente Cairo è come fare un master quotidiano, lui è un negoziatore nato. Ha un impero e potrebbe goderselo, ma è sempre sul pezzo, tutti i giorni. Cerco di stare al passo. Ho addosso un’inquietudine costante, però positiva. Non stacco mai".
Inevitabile il passaggio sul mercato: "Per comprare bene, bisogna vendere bene. Per vendere bene, bisogna comprare bene. Bisogna essere fermi, ma non ottusi, capire qual è il limite oltre il quale non conviene spingersi". Tra i colpi messi a segno, Vagnati non ha dubbi: "Schuurs, difensore fortissimo e ragazzo straordinario, di una sensibilità unica. È fermo per infortunio da quasi due anni e prego perché rientri al meglio: qualche miglioramento c’è. Poi vorrei citare Milinkovic Savic, il portiere. Non è stato un mio colpo, ma l’ho sempre difeso dalle critiche. Aveva un potenziale enorme, al Napoli crescerà ancora".
Infine, un bilancio dei suoi anni sotto la Mole." Abbiamo fatto tante cose, tra cui le migliorie al Filadelfia e il Robaldo. E mi fa piacere che nel passaparola il Toro sia considerato una società seria, in cui andare volentieri". E un retroscena sull’arrivo di Aboukhlal: "Ha telefonato a Schuurs e a Masina e loro lo hanno convinto della scelta".
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