La decisione, arrivata con largo anticipo, non viene accolta positivamente da Cadè, che sceglie di lasciare il proprio incarico. A sorpresa, la panchina viene affidata a Giuseppe Cancian. Sotto la sua guida, il Torino pareggia con la Fiorentina e supera il Napoli, raggiungendo così il primo posto in classifica a pari merito con il Milan di Rocco. Si rende quindi necessario uno spareggio per decretare il vincitore della Coppa.
La finale si chiude a reti bianche dopo i tempi regolamentari, e si passa così ai calci di rigore, che all’epoca seguivano un regolamento molto diverso da quello odierno. Il Milan decide di affidare tutti e cinque i tiri a Gianni Rivera. Anche Cancian opta per una scelta audace: dopo l’errore iniziale di Cereser, il tecnico granata assegna tutti i rigori a Maddè, entrato in campo nel corso della gara al posto di Carlo Petrini.
Maddè non delude e realizza tutti e cinque i tiri dagli undici metri. Rivera, invece, si fa parare due conclusioni da un monumentale Luciano Castellini. È così che la Coppa Italia prende la strada di Torino, al termine di una cavalcata imprevedibile e conclusasi con un trionfo destinato a rimanere nella memoria dei tifosi granata.
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