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Baroni pre Lazio-Torino: “Panchina che scotta? Io concentrato sul lavoro”

Irene Nicola
Irene Nicola Redattore 
Baroni in conferenza risponde alle domande alla vigilia di Lazio-Torino

Vigilia di Lazio-Torino, sesta giornata di Serie A. Marco Baroni presenta in conferenza stampa la gara contro la sua ex squadra, ora guidata da Maurizio Sarri. Il tecnico granata affronta quindi il suo passato per la prima volta da tecnico del Torino in un momento molto delicato della stagione, con la sconfitta di Parma a pesare sulle spalle del tecnico. Di seguito le parole di Baroni in risposta alle domande dei giornalisti accreditati e presenti in Sala Conferenze all'Olimpico Grande Torino.

12.24 - Siamo collegati dalla Sala Conferenze. Si attende l'arrivo di Marco Baroni per il via alla conferenza stampa.

12.30 - Arrivato Marco Baroni. Inizia la conferenza di presentazione di Lazio-Torino con il punto sull'infermeria: allenamento personalizzato per Anjorin, terapie per Ismajli. Entrambi non verranno convocati.

Come avete vissuto la settimana dopo la sconfitta con il Parma. Come è andato l'incontro con Cairo, ha rasserenato l'ambiente? "Abbiamo lavorato duro. Chiaramente siamo dispiaciuti del risultato, avvenuto con una prestazione buona dove abbiamo subito due reti su due palle inattive e anche il calcio di rigore è conseguente da una palla inattiva. Sono gli unici due tiri del Parma, ma rimane che dobbiamo fare di più. Lo sappiamo, abbiamo lavorato su questo. Il presidente è il nostro primo punto di riferimento, lo ringrazio per la vicinanza alla squadra"

Sente la fiducia intatta da parte della società?“Tutti sapevamo dell’inizio di campionato complicato dal calendario, dove incontravamo sei delle prime sette classificate dello scorso anno. Su queste difficoltà stiamo lavorando, insieme e uniti per cercare di costruire sapendo di avere partite difficili. Ma proprio dentro queste partite dobbiamo trovare forza, solidità e quell’energia che ci serve” 

Le danno fastidio le voci sulla panchina che scotta. Ha ricevuto segnali di conferma? "L'anno scorso è cambiato il 90% degli allenatori rispetto all'anno prima, quest'anno il 60%. Riporto un esempio: un riferimento per tanti è Jurgen Klopp, che nei 24 anni ha cambiato solo due squadre. Chiaro che questo non potrebbe avvenire in Italia, c'è un sistema diverso. Io sono concentrato solamente sul lavoro e su Torino"

La squadra sta subendo tanti gol. Manca Ismajli, quindi con la Lazio meglio una difesa a tre o a quattro?“Noi abbiamo lavorato sia sul reparto che sull’organizzazione difensiva di squadra. Quello che ci serve è maggior attenzione, perché un pallone può essere determinante anche quando la squadra è stata molto brava a livello difensivo. Basta guardare i soli due tiri in porta del Parma. Ma bisogna fare di più, ne siamo consapevoli” 

I soli due gol segnati sono un dato negativo. Crede che sia possibile vedere un Torino con due punte in questo momento per aumentare il numero di reti? "A Parma la squadra anche dal punto di vista offensivo ha creato molto più dell'unico gol che abbiamo fatto. Chiaro che siamo consapevoli che serva ancora di più. Stiamo lavorando su questo. La soluzione a due punte è possibile. Già con la Lazio? Vediamo"

I giocatori hanno compreso il momento difficile del Torino, è emerso un leader dallo spogliatoio? "Sì, io questi occhi li ho visti anche nella gara di Parma anche se non è stato sufficiente e lo sappiamo benissimo. Il dolore della sconfitta lo abbiamo ancora addosso. La squadra ha lavorato con la convinzione di fare di più e uscire da queste situazioni insieme. Sappiamo che è difficile ma lo possiamo fare insieme"

Come si affronta una squadra come la Lazio e come si ottiene la reazione che si aspetta dalla squadra?“Tre ingredienti: lavoro, determinazione e convinzione. Si trova durante la settimana e va riportato all’interno della partita, dove serve” 

Cosa significa per lei trovare la Lazio? "Ogni partita si gioca per un risultato importante, sono consapevole di andare a trovare una squadra forte con giocatori molto forti"

Ci dice di Ilic, non ci sarà come a Parma? “Sarà convocato. A Parma non c’era per scelta mia. Non c’era niente da chiarire. Insieme a lui stiamo facendo un percorso. Credo nelle qualità di questo ragazzo e proprio per questo mi aspetto molto, anche in allenamento. Quando non lo vedo devo usare strategie che vanno in una direzione: far capire la strada che tutti dobbiamo fare e che il singolo deve fare per dare il suo apporto” 

Si aspettava un inizio così difficile non solo nei risultati, ma anche nei cambi di modulo e in un'identità che faticate a trovare? "Io sapevo dall'inizio. Un esempio, Asllani ha giocato quattro partite consecutive. Era tre anni che non le faceva, posso aggiungere Ngonge, Simeone e Zapata quando sarà nelle migliori condizioni. Oltre alla difficoltà della partita, stiamo facendo un percorso. Vedo grandi potenzialità, di crescita sia individuale che di squadra, è lì che sta la nostra sfida"

Come sta vivendo Zapata il lento rientro? "Di Duvan posso solo portare la testimonianza di un giocatore pienamente centrato nella squadra, conosce i margini che deve fare di miglioramento. Solo attraverso questa consapevolezza si può ridurre il gap. Dal punto di vista umano e professionale c'è vicinanza al gruppo, voglia di rientrare e tornare a quello che può dare a questa squadra"

12.44 - Termina qui la conferenza stampa di Lazio-Torino