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TURIN, ITALY - DECEMBER 13: Giovanni Simeone of Torino FC in action during the Serie A match between Torino FC and US Cremonese at Stadio Olimpico Grande Torino on December 13, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Stefano Guidi - Torino FC/Torino FC 1906 via Getty Images)
Serviva una vittoria ed è arrivata. Pur con qualche patema, il Torino scaccia i pensieri più negativi possibili, che fanno rima con zona retrocessione, grazie a una vittoria di misura su una Cremonese galvanizzata da due successi consecutivi. A firmare il ritorno ai tre punti, che mancavano dal successo in rimonta contro il Genoa, è Nikola Vlasic, al primo gol su azione del suo campionato. Una vittoria nel complesso meritata da parte della squadra di Baroni, che ha costruito le occasioni migliori. Un episodio nell’area di rigore granata, con protagonista il rientrante Giovanni Simeone, poteva però far crollare il castello di carta del Toro. È stato sicuramente l’episodio che ha fatto più discutere nella direzione di gara dell’arbitro della sezione di Tivoli, Livio Marinelli, che ha officiato l’incontro coadiuvato dagli assistenti Mastrodonato e Pistarelli e dal duo Var Meraviglia e Di Bello.
Il Toro, dopo un inizio di partita a tinte perlopiù grigiorosse, prende coraggio e comincia a macinare trame interessanti. Al 27’ arriva quella vincente di Nikola Vlasic, bravo a sfruttare il gioco spalle alla porta di Duvan Zapata. Nove minuti più tardi arriva il primo cartellino giallo estratto da Marinelli: Baschirotto, dal cerchio di centrocampo, offre un pallone a Barbieri, colto però in controtempo dal movimento verso la porta non letto dal compagno. Lazaro gli mette pressione e il controllo non impeccabile favorisce Gineitis che, non appena tenta di lanciarsi palla al piede, viene trattenuto per la maglia. Giallo ineccepibile all’indirizzo di Barbieri. Allo scadere della prima frazione, il Toro ottiene un calcio di punizione battuto da Asllani. L’albanese pesca in area Adams, che fa sponda di testa al centro dove c’è Maripan, alle prese con un contatto con Terracciano. Qualche timida protesta, ma il direttore di gara lascia proseguire fino al duplice fischio.
Finale di partita teso. Marinelli non fischia all’86’ un fallo di Baschirotto su Simeone. Subito dopo il Cholito è protagonista di un contatto subito ad opera di Payero, anche in questo caso non sanzionato dall’arbitro. Baroni, allo scoccare del 90’, si mostra particolarmente incollerito nei confronti del quarto ufficiale. Tanta “ciccia” nei dieci minuti di recupero. Al 93’, su una serie di batti e ribatti, Payero controlla col petto a centrocampo per poi allungarsi il pallone. L’ex Udinese si scontra però con Casadei, che arriva prima sulla sfera e riceve un colpo dall’avversario. Duello tra gli unici due diffidati dell’incontro, con Payero che finisce sulla lista dei cattivi e salterà il prossimo incontro della Cremonese. La formazione ospite al 99’ si gioca il tutto per tutto su un calcio di punizione per un fallo di Ilkhan. Sale persino Audero, ma la battuta di Zerbin è bassa e viene allontanata da Ilkhan dopo un tocco di Simeone. Sul pallone, che scorre nella metà campo della Cremonese con la porta sguarnita, il più veloce ad arrivare è curiosamente Jamie Vardy. Lo rincorre Pedersen che, sul rinvio dell’ex Milan, entra in netto ritardo, diventando l’ultimo ammonito dell’incontro. Ma soprattutto la lente d’ingrandimento va sul tocco precedente di Simeone in area granata, che è con la mano. Il check della sala Var è rapido e Marinelli, a review completata, fischia tre volte. È un episodio che sicuramente fa discutere.
«Secondo me, da un punto di vista del regolamento, aumenta il volume del corpo: non capisco come non possa essere stato sanzionato rispetto a quello che noi vediamo. Così non è stato scelto, lo rispettiamo serenamente», ha affermato in merito il tecnico della Cremonese Davide Nicola nel post partita. Dello stesso avviso anche l’ex arbitro e moviolista di Dazn Luca Marelli, interpellato sulla questione durante la trasmissione Vamos: «A mio parere si tratta di un calcio di rigore piuttosto evidente. Si tratta di un pallone che viene definito “aperto”, nel senso che non ci sono avversari di fronte a Simeone, ma il pallone arriva direttamente da un calcio di punizione di Zerbin da circa 20 metri di distanza». Marelli ha poi spiegato il mancato intervento del Var: «Io posso azzardare una spiegazione, cioè che potrebbe essere stato considerato tutto come un’autogiocata, ossia un tocco con la spalla – punto valido per giocare il pallone – e poi il pallone che carambola sul braccio. A mio parere è una spiegazione che non ha ragion d’essere per un paio di motivi: il primo è che non è un pallone che arriva da un rimpallo ma da 20 metri, perciò Simeone aveva tutto il tempo di coordinarsi; il secondo è che il braccio è largo fin da subito. Non conta la direzione del pallone, ma semplicemente la punibilità del tocco con il braccio. In ogni caso il braccio è molto largo, aumenta il volume corporeo e pertanto, a mio parere, si tratta di un tocco di mano punibile». Posizione differente invece per l’ex arbitro Gianpaolo Calvarese che, sui propri social, ritiene come l’immagine dalla telecamera posteriore sia «mendace: sembra che il pallone finisca sul braccio, che addirittura andrebbe a intercettarlo. Ma dall’immagine frontale si vede invece che il primo impatto è con la spalla; dopo questo primo impatto, il pallone cambia totalmente direzione e finisce sul braccio. Giusto non assegnare il calcio di rigore».
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