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ToroPreview, verso Inter-Torino: “Che cosa manca per l’Europa?”

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Ogni settimana alcune domande sul prossimo match a tre dei nostri giornalisti, che ci dicono la loro sul momento del Toro
Redazione Toro News

Quattro domande, tre pareri in merito. Le nostre opinioni, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Ecco ToroPreview: prima della partita, tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’impegno che attende la squadra e in generale sul momento dei granata. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Questa settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Eugenio Gammarino, Alberto Girardi e Enrico Penzo.

Il campionato del Toro riparte da San Siro. Che partita vi aspettate?

Gammarino - Il precampionato del Torino non è stato dei migliori e anche il debutto in Coppa Italia contro il Modena ha visto la squadra di Marco Baroni molto in difficoltà, soprattutto nel primo tempo. Inoltre, stasera il Torino sarà ospite di una delle squadre più forti del nostro campionato che però in estate ha deciso di affidare la rosa ad un allenatore piuttosto giovane. Perciò mi aspetto una partita solida sul piano mentale, con i ragazzi di Baroni che potranno sfruttare il fattore sorpresa e portare a casa un risultato positivo.


Girardi - Le prime giornate della stagione sono sempre un campionato a parte. Molte squadre che partono forte spesso poi si ritrovano nelle zone basse della classifica, e viceversa. Sia l’Inter che il Toro poi hanno cambiato allenatore, dunque sarà molto difficile pronosticare un risultato, non mi stupirei né di una vittoria e nemmeno di una sonora sconfitta.

Penzo -  Il Toro di Baroni non ha brillato fin qui: il precampionato ha lasciato più ombre che luci e anche in Coppa Italia, nonostante il passaggio col Modena, la prestazione non è stata convincente. Ecco perché la sfida di San Siro diventa un banco di prova importante. Contro l’Inter non puoi permetterti cali, e questa partita ci dirà molto sul reale punto in cui si trova oggi la squadra. O il Toro mostra subito di avere identità e compattezza, o rischia di partire col piede sbagliato. Sicuramente questa sera capiremo con più chiarezza se la squadra quest'estate è stata costruita nel modo giusto.

 

Su quale modulo puntereste contro l'Inter?

Gammarino - Io punterei su un 4-3-3, il modulo usato da Baroni nel secondo tempo con il Modena. Israel in porta, poi Coco e Maripan centrali e Pedersen e Biraghi terzini; a centrocampo Anjorin, Ilkhan e Casadei; Adams al centro dell'attacco, Ngonge e Vlasic ai suoi lati.

Girardi - Baroni opterà per un 4-2-3-1/4-3-3, che è il modulo su cui si sta costruendo il Torino di quest’anno. Con l’Inter mi piacerebbe vedere 3 centrocampisti puri, invece che due mediani ed il trequartista, spostando dunque Vlasic come esterno di sinistra.

Penzo -Baroni ha lavorato tanto sul 4-2-3-1, ma oggi la squadra non sembra ancora avere gli equilibri e le connessioni giuste per interpretarlo al meglio. Ci sono giocatori nuovi che devono integrarsi e con un modulo così rischi di lasciare troppi spazi tra i reparti, soprattutto contro una squadra come l’Inter che vive di verticalità e inserimenti. Io punterei su un 4-3-3 più compatto: tre centrocampisti in grado di schermare le linee di passaggio centrali e dare più copertura difensiva (reparto ad oggi ancora troppo debole), senza rinunciare alla possibilità di ripartire sugli esterni. Sarebbe una soluzione più prudente ma anche più logica in questa fase, perché ti permette di proteggere la difesa e al tempo stesso sfruttare la gamba degli esterni offensivi, che sono una delle poche armi che il Toro può usare per mettere in difficoltà l’Inter.

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Adams o Simeone a guidare l'attacco?

Gammarino - Ora darei fiducia a Ché Adams. Lo scozzese è a Torino già da un anno e nel ritiro precampionato ha già fatto suoi alcuni dei concetti primari del gioco di Marco Baroni. Inoltre, lo scorso campionato in diverse occasioni ha trascinato la squadra con i suoi gol e non ha fatto mancare il suo apporto anche in fase difensiva. Tuttavia, questo non significa che Simeone non possa fare lo stesso. L’argentino è arrivato da poco e in queste prime partite inizierà dalla panchina ma sarà sicuramente una pedina imprescindibile nelle prossime partite. 

Girardi - Darei fiducia a Ché Adams, lo scozzese ha sempre dimostrato di sapere cosa significa lottare per la maglia granata ed è evidente che quando gioca da il massimo di sé. Simeone preferirei vederlo a gara in corso, per la grinta e la fame che ha potrebbe essere una grande risorsa per l’ultima mezz’ora.

Penzo -In questo momento sceglierei Adams dal primo minuto: ha caratteristiche che possono tornare molto utili contro l’Inter, soprattutto per dare respiro alla squadra e allungare la difesa avversaria. Simeone lo vedrei meglio a gara in corso, quando gli spazi si aprono e la sua aggressività in area può diventare decisiva.

Obiettivo Europa: che cosa manca per essere pienamente competitivi?

Gammarino - Per poter lottare per un posto in Europa il Torino dovrebbe avere una rosa lunga e competitiva, cosa in questo momento non ha. Si dovrebbe puntellare la squadra in ogni reparto in modo preciso e studiato, cosa che non è successa in questa sessione estiva du calciomercato viste le mancanze soprattutto in difesa. Questo è un monito che dovrebbe arrivare direttamente dalla società che però non sembra avere tra le intenzioni quella di lottare per un posto in Europa.

Girardi - Tutto ciò che non riguarda la rosa. A mio avviso la squadra potrebbe farci divertire: ci sono tanti nomi interessanti, un allenatore capace e anche alcuni giovani promettenti. Peccato che il problema sia sempre alla base, dalla presidenza a tutto l’organigramma, è qui che non siamo all’altezza. Come, giustamente, affermava Paolo Vanoli, per vincere serve dare il massimo non solo in campo, ma anche medici, magazzinieri e dirigenti devono contribuire alla causa. Difficile però che tutto ciò possa accadere con Urbano Cairo.

Penzo - Per competere per l’Europa, il Torino deve ancora fare un salto di qualità chiaro su due fronti: difesa e mentalità. Sul piano tecnico la squadra necessita di terzini  e un centrale capaci di sostenere un 4-2-3-1 moderno, perché altrimenti il sistema rischia di collassare. Ma il vero nodo è mentale: non basta nascondersi dietro ai soliti mantra della dirigenza, come ‘niente proclami’ o ‘fare bene’. Se l’obiettivo è l’Europa, deve essere dichiarato e perseguito con convinzione, partita dopo partita. Serve un atteggiamento propositivo, continuità di prestazioni e la capacità di affrontare ogni avversario senza timori reverenziali: solo così il Toro potrà dimostrare di meritare davvero di stare in alto.