Male, molto male sul campo...ma riecco Duvan che fa esultare i granata
"Duvan come un balsamo del cuore", si direbbe parafrasando un celebre verso di Willie Peyote. Forse che una singola, grande gioia possa far dimenticare una brutta serata? Forse questo no. Il Toro ha giocato male, faticato molto in difesa e mostrato mancanze in costruzione. La finalizzazione è difficile da valutare perché poco impiegata. I granata di Baroni mostrano ancora la necessità di tanto lavoro prima di poter dire di essere pronti al principio della stagione vera e propria, tra 9 giorni, contro il Modena. Va comunque riconosciuto che il Valencia è più avanti con la preparazione e inizierà prima il campionato. Alcune indicazioni tattiche ci sono, interessanti, ma non compensano le difficoltà. I terzini salgono, gli esterni si accentrano, ma i difensori coprono male e i centrocampisti faticano a dare il sostegno necessario. Non a caso è Vlasic a doversi abbassare spesso ad aiutare. E l'espulsione - più che evitabile - di Anjorin ad inizio ripresa certo non accompagna positivamente. Eppure, per la piazza c'è molto più di una serata da dimenticare. Sì perché vedere il proprio capitano tornare a vestire la fascia e calcare il campo in una gara ufficiale non ha prezzo: bentornato Duvan.
Valencia-Torino: le scelte di Baroni
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Novità e continuità per il tecnico granata. In porta Baroni dà spazio al nuovo acquisto Israel, nonostante il colpo alla testa rimediato contro il Monaco. Continuità rispetto all'anno scorso per la difesa, con Coco e Maripan centrali. Se a sinistra l'unica scelta è Biraghi, a destra Pedersen scavalca Lazaro nelle gerarchie. I soliti Anjorin e Casadei in mediana spezzano il gioco per la trequarti, composta da un riadattato Gineitis sulla destra e il più in forma, Aboukhlal, sulla sinistra. In attesa di Zapata e Simeone, in attacco c'è Adams, supportato da Vlasic.
Valencia-Torino: il primo tempo
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L'emozione - con il momento di commemorazione in memoria di Julian Carabantes, storica mascotte del Valencia - precede il fischio d'inizio della cinquantanovesima edizione del Trofeo Naranja. A dare il via sul campo i padroni di casa, subito in spinta sulla sinistra ma rallentati da un attento Pedersen. Il primo brivido per i granata arriva al 4': una brutta rimessa dal fondo di Israel non è controllata da Casadei che permette ai valenciani di arrivare al tiro, alto sopra la traversa. È proprio il numero 22, quattro minuti dopo, a rendersi protagonista di un intervento provvidenziale sulla palla a stroncare un rigore in movimento per Raba. Poi è il portiere uruguayano a redimersi, respingendo il tiro di Rioja. Già nel primo quarto d'ora indicazioni tattiche importanti per i granata di Baroni: la richiesta - rivolta ai terzini - è quella di alzarsi molto e permettere agli esterni di creare superiorità al centro. Difensivamente, invece, il Torino soffre i filtranti a scavalcare del centrocampo del Valencia. Il vantaggio per i padroni di casa, però, arriva con un'azione ben costruita palla a terra: al 21' Javi Guerra vede spazio: dal limite dell'area si appoggia a Foulquier che con un uno-due mette il classe 2003 davanti a Israel. Guerra infila il pallone tra le gambe di Coco e poi verso il palo lontano del portiere ex Sporting, che - non potendo arrivare - è battuto. Il Toro ha voglia di riprendersi e crea una manovra perfetta: Anjorin supera la prima linea valenciana e serve Casadei, che scodella in direzione Aboukhlal. L'esterno marocchino sfrutta la propria qualità direzionando un pallone preciso verso Adams che però impatta male e spreca l'occasione. Poco dopo l'ex Tolosa è fermato dall'arbitro a due passi dalla porta: fuorigioco di Adams. Allora l'ex Southampton prova a rifarsi, ricevendo palla al limite, superando due difensori con rapidi cambi di direzione e concludendo, però, sopra la traversa di Agirrezabala. Tre occasioni sprecate in quattro minuti, ma il Torino c'è. E lo dimostra con Vlasic al 28', con un tiro che, per la prima volta, impensierisce il portiere del Valencia. L'ammonizione per Anjorin al 30' anticipa il cooling break, a cui fanno seguito dieci minuti senza guizzi. Poi è di nuovo sprint Valencia: a due minuti dal termine della prima frazione di gara, Hugo Duro vince uno scontro anche fisico con Coco, che cade e non riesce a tenere il numero 9 di casa. Allora la punta spagnola riesce a servire Rioja: controllo, sterzo e tiro sul primo palo che Israel, in ritardo, non riesce a intercettare. I due minuti di recupero di possesso valenciano conducono i granata, sotto di due reti, negli spogliatoi.
Valencia-Torino: il secondo tempo
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Per il Torino è doccia fredda a ripresa appena cominciata: Anjorin ferma irregolarmente Duro involato verso la porta. Per l'inglese è secondo giallo ed espulsione: granata in 10. Quindi è Aboukhlal a provare il cambio di rotta: filtrato verso Agirrezabala, prova a battere il portiere basco con un cucchiaio. La scelta si rivela sbagliata. Uomo in meno e gioco poco rassicurante: Baroni cambia tutto. In difesa Maripan e Biraghi lasciano il posto a Ismajli e Lazaro, Ilic rileva Aboukhlal mentre Gineitis e Adams concedono l'esordio a Ngonge e Simeone. La rivoluzione, però, produce l'effetto contrario: un contrasto tra Pepelu e Simeone regala a Javi Guerra la possibilità di scavalcare senza troppa fatica Israel e siglare la propria doppietta personale. Il 3-0 rilassa i padroni di casa, mentre i granata subiscono l'inferiorità numerica. Così, a ritmi più bassi, la partita prosegue con il pallino del gioco affidato al Valencia. Il Torino si rende pericoloso solo al 69': Ngonge e Simeone sono protagonisti di rapidi ed efficaci scambi in mezzo al campo. Con il contributo di Casadei, il Cholito può dirigersi verso la porta, dove però fa partire un tentativo che è molto largo alla destra di Agirrezabala. Qualcosa non funziona: il Toro vuole esserci ma non c'è. Vlasic è ben inserito da Ilic a due passi dalla porta valenciana. Rimane, però, l'unico in quella zona e non può appoggiare a nessun volto amico. Anche Casadei prende il giallo per un brutto fallo in mezzo al campo, mentre Vlasic è spesso costretto ad abbassarsi per aiutare la manovra difensiva. E comunque, non basta: il Toro continua a soffrire e sulla sinistra né Lazaro né il capitano granata riescono ad ostacolare uno straripante Otorbi, appena entrato. Ora però si metta da parte il risultato, la prestazione, tutto. Perché a due minuti dal 90' finalmente il Torino può tornare ad esultare: Vlasic si toglie la fascia da capitano e la rimette, per la prima volta dal 5 ottobre, sul braccio di Duvan Zapata. Il colombiano torna in campo a distanza di oltre 10 mesi e tutto il popolo granata non può che riabbracciare il proprio capitano. La gara finisce, 3-0. Doccia freddissima per il Toro di Baroni, che deve ancora lavorare tanto per farsi trovare pronto all'inizio della stagione. Ma intanto, riecco Duvan.