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Caso plusvalenze, Udinese deferita: nel mirino l’operazione Mandragora
Caso plusvalenze. La FIGC ha comunicato sul proprio sito ufficiale il deferimento dell’Udinese da parte del Tribunale Federale Nazionale nell’ambito dell’inchiesta che riguarda presunte irregolarità contabili legate alle operazioni di mercato. Al centro del procedimento c’è l’operazione relativa a Rolando Mandragora, centrocampista ex Torino, acquistato dal club friulano nel 2018 dalla Juventus e successivamente rivenduto alla stessa società due anni più tardi per 20 milioni di euro, generando una plusvalenza finita sotto la lente della Procura federale. Secondo l’accusa, l’operazione sarebbe stata strutturata in modo difforme rispetto a quanto formalmente dichiarato, con l’obiettivo di ottenere benefici contabili e fiscali nei bilanci chiusi tra il 2019 e il 2021. Le presunte irregolarità vengono contestate ai dirigenti dell’epoca, il vicepresidente Stefano Campoccia e il consigliere Franco Collavino, deferiti insieme alla società per responsabilità diretta. Di seguito la nota della FIGC:
"Il Procuratore Federale, in relazione all’indagine risalente al 2022 a carico della Juventus e dei suoi tesserati e a seguito della trasmissione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine degli atti relativi all’indagine penale svolta e della riapertura del procedimento avente a oggetto tra gli altri i rapporti di partnership tra la Juventus e altre società per il quale era stato disposto intendimento di archiviazione parziale, ha deferito l’Udinese, oltre a Stefano Campoccia e Franco Collavino (all’epoca dei fatti rispettivamente vice presidente e consigliere del club friulano) innanzi al Tribunale Federale Nazionale.
Campoccia e Collavino, in particolare, sono stati deferiti perché nel luglio del 2018, contestualmente alla cessione a titolo definitivo di Rolando Mandragora dalla Juventus all’Udinese avevano concordato una pattuizione diversa rispetto a quella risultante dai documenti depositati (da un’opzione al riacquisto fissata a 26 milioni di Euro, all’obbligo di riscatto poi effettivamente avvenuto nell’ottobre del 2020 a 10 milioni e 700 mila Euro) eludendo così la normativa federale. Il tutto al fine di far ottenere all’Udinese benefici contabili e fiscali con riferimento ai bilanci di esercizio chiusi al 30 giugno del 2019, 2020 e 2021. L’Udinese è stata deferita a titolo di responsabilità diretta per le violazioni disciplinari ascritte ai dirigenti tesserati dotati di poteri di rappresentanza”.
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