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Marcello Baldi: “Cairo e Lotito hanno una gestione simile, ma i limiti di Baroni…”

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Il punto sui prossimi avversari del Toro: conosciamo tutti i segreti della Lazio grazie a chi la segue sempre da vicino
Davide Bonsignore Redattore 

Granata in bilico come in bilico è la panchina di Marco Baroni. Il tecnico granata si presenta alla sesta giornata di Serie A con tanto, tantissimo da perdere. La sorte è ironica e vuole che in una sfida di vitale importanza ci sia di fronte proprio la sua ex squadra: la Lazio. Nella sfida dell'Olimpico, in programma per sabato 4 ottobre, alle ore 15:00, il Torino affronterà i biancocelesti di Maurizio Sarri, forti della vittoria per 0-3 in casa del Genoa. I granata, invece, sono molto indietro: quindicesimi, 4 punti e la differenza reti peggiore del campionato. Analizziamo i punti di debolezza e di forza e in generale la situazione della Lazio grazie a chi la segue ogni giorno da vicino. Si tratta di Marcello Baldi, giornalista freelance che ha un occhio di riguardo per le questioni capitoline, intervistato nel corso dell'ultima puntata di TN Radio, podcast settimanale in onda ogni martedì sera: lo ringraziamo per averci introdotto la gara dal punto di vista dei biancocelesti.

Buonasera Marcello, stavamo giusto parlando di Baroni, che nel mondo Lazio è abbastanza conosciuto… “Sì Baroni lo abbiamo seguito bene da vicino. Ho anche guardato le partite del Torino in questo inizio di stagione…diciamo che molti dei problemi che vedevo nella Lazio dell’anno scorso li sto rivedendo nel Torino. Con la differenza che la Lazio aveva iniziato molto bene nella scorsa stagione, con i problemi che si sono presentati poi nella seconda parte di stagione, dopo, per altro, una goleada subita contro l’Inter. Lì è poi sembrato che Baroni non fosse più in grado di gestire il gruppo in quel momento, mentre prima sembrava ci stesse riuscendo. Noslin nella prima parte di stagione sembrava un giocatore di buon livello, mentre oggi fa l’ultima riserva con Sarri”.

Baroni al Torino vs Baroni alla Lazio

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Secondo te è Baroni che è limitato nella gestione del gruppo o nelle alternative tattiche di gioco oppure si ritrova in sfide (tra Lotito e Cairo) particolarmente complicate? “Cairo e Lotito sono due presidenti che hanno una gestione simile, forse gli unici rimasti nel calcio italiano con questa gestione. Baroni sicuramente ha dei limiti. Per esempio l’anno scorso in conferenza stampa ha detto di non curare la fase difensiva, che ha lasciato un po’ interdetti. Questo è un limite, perché il risultato è che le sue squadre prendono gol in tutti i modi, sono spesso sbilanciate. Ismajli, ad esempio, che ad Empoli era un gran marcatore a uomo, gli è sfuggito completamente Pellegrino a Parma. La fase difensiva è un limite di Baroni. La gestione del gruppo potrebbe essere un altro, però parlo più dell’aspetto tattico perché non si può sapere quello che accade nello spogliatoio. I limiti di Baroni penso siano tattici, legati alla difesa, e poi il fatto che lui va spesso in società che non fanno il mercato adatto a lui. Quindi può sorgere anche il dubbio: c’è un mercato adatto a lui? Se sì, qual è? Oppure effettivamente Baroni ha fatto delle scelte di carriera discutili o complicate”.

Se alla Lazio Baroni ha fatto male nell’ultima parte ed è stato poi esonerato, al Torino queste lacune le sta mostrando all’inizio: la situazione è diversa da un punto di vista pragmatico… “Io penso che Baroni non abbia fatto male alla Lazio e sul finale non è neanche stato aiutato dai giocatori. La mano di Baroni con la Lazio si è vista: ha stravolto il modulo e i giocatori l’hanno seguito. È difficile anche capire se il Torino abbia i giocatori adatti: Vlasic sa fare il gioco sporco che l’anno scorso faceva Dia? Il Torino ha esterni che possono spingere quanto faceva Tavares? Ngonge secondo me è un giocatore molto adatto a quello che può essere il sistema di Baroni”.

Il momento della Lazio e la similitudine per la contestazione

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Che momento è per la Lazio? Come arriva alla sfida contro il Torino da un punto di vista fisico e mentale? “Preoccupava, perché se la Lazio fosse tornata da Genova senza punti si sarebbe presentata alla sfida con il Torino con solo 3 punti. Ci sarebbe stata più pressione per la Lazio e per Sarri. Si giocherà in casa e questo è importante. Vedo un Torino svantaggiato per un discorso di pressione, anche Baroni in discussione non aiuta. La Lazio esce bene perché nonostante tantissime assenze a centrocampo (ne mancano 4) è stato reintegrato Basic, la Lazio cambia modulo e gioca bene. Gioca con il 4-4-2, con Cancellieri e Zaccagni esterni, Basic e Cataldi interni di centrocampo e Dia-Castellanos davanti. Credo che verrà riproposto questo modulo. Rientra Belahyane dalla squalifica, ma credo che Sarri possa far giocare nuovamente Basic. La Lazio non sta facendo un bruttissimo campionato da un punto di vista di quanto poi meriterebbe realmente di vincere. Il derby non merita di perderlo, contro il Sassuolo Muric fa un miracolo prima del gol di Fadera. Gli episodi non hanno aiutato la Lazio. Ho guardato anche le partite del Toro e nonostante avessi buone aspettative, l’ho visto cambiare tanto e non mi ha mai convinto pienamente. Penso che la Lazio in casa parta abbastanza favorita”.

Lazio e Torino vivono situazioni simili per quanto riguarda le contestazioni contro la società… “Sono situazioni simili. A Roma c’è un ambiente simile, ci sono state contestazioni anche simili a quelle organizzate a Torino e allo stadio è una costante”.

Però i giocatori della Lazio in campo non risentono troppo di questo clima, mentre a Torino sembra che i giocatori non abbiano lo status per sopportare questo ambiente… “Il motivo per cui i giocatori reagiscono bene e la squadra riesce ad essere concentrata in campo è che c’è Sarri. Il motivo per cui probabilmente la Lazio riuscirà a fare una stagione non sotto il decimo/dodicesimo posto è Maurizio Sarri. Lui stesso ha confessato di aver accettato la Lazio senza sapere del blocco di mercato: i biancocelesti non hanno potuto fare mercato quest’estate. Sarri è rimasto quasi più per fedeltà per i tifosi e per il gruppo squadra: è difficile che una squadra non riesca poi a seguire un allenatore del genere. Ci sono giocatori, come Guendouzi, che sono rimasti alla Lazio solo per Sarri, altri che grazie a Sarri riescono, secondo me, a esprimersi meglio di quanto abbiano mai fatto in carriera. Questo forse con Baroni non è possibile per tutti i calciatori: Ngonge magari si sente valorizzato da lui perché l’ha lanciato in Serie A, altri giocatori magari non riescono. L’anno scorso Guendouzi e Baroni non hanno avuto questo rapporto idilliaco. Forse anche il blasone di un allenatore a volte pesa sotto questo punto di vista. La figura dell’allenatore gioca un ruolo determinante quando c’è un contesto di caos societario”.

Il punto in vista di Lazio-Torino

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Quindi il cambio Baroni-Sarri è stato positivo per la Lazio? “Sì, io ero molto triste quando è andato via Baroni, ha fatto bene. A me è piaciuto quello che ho visto, ma riconosco anche ci fossero tanti limiti nella sua gestione. Forse i limiti derivano anche che ci si aspetta dalla Lazio un campionato di un certo tipo ma ora non ci sono neanche i giocatori per fare quel tipo di campionato. Però penso anche che la Lazio non sia una squadra da decimo posto. Con Baroni in certe partite si sono viste delle decisioni non impeccabili. Io reputo Sarri un allenatore superiore a Baroni. Però mi aspettavo e mi aspetto ancora, finché sarà sulla panchina del Torino, un campionato di un certo tipo da Baroni. L’anno scorso Palladino fece malissimo all’inizio, poi ha avuto 7 vittorie di fila, poi ha perso ancora qualche partita. Non c’è stata continuità, però… Magari la svolta è dietro l’angolo con Baroni, oggi parliamo degli aspetti negativi e il clima societario non aiuta. Però poi magari Baroni ti infila due o tre partite di fila e cambia tutta la prospettiva anche dei tifosi”.

Punto di forza e punto di debolezza della Lazio? “La Lazio ha dimostrato di avere una buona compattezza difensiva con Sarri ma il punto debole rimangono sicuramente le fasce: Marusic è infortunato, quindi potrebbe giocare Hysaj; Nuno Tavares e Pellegrini non sono ottimi difensivamente. Quindi sicuramente gli esterni del Torino, quelli anche un po’ più dotati tecnicamente – come Ngonge – possono essere pericolosi. Cosa la Lazio ha fatto bene, anche a Genova, sono le transizioni, i contropiedi. Cancellieri sta bene, il Taty (Castellanos, ndr.) è uno bravo anche a lavorare per gli esterni, quindi mi aspetto che la Lazio possa giocare anche un po’ di contropiede. Il Torino mi sembra un po’ anche problematico quando difende in quel tipo di situazioni. L’anno scorso la Lazio ha perso un derby prendendo due gol fotocopia: Dovbyk si abbassa, Romagnoli lo segue e si crea il varco per gli esterni. Il Taty questo lavoro lo sa fare bene, se Baroni non sta attento agli errori, anche quelli che ha fatto in passato, questo tipo di situazioni possono impensierirlo.

Quindi ci si aspetta una Lazio più attendista e che sfrutta le ripartenze, piuttosto che provare ad imporre il proprio gioco? “Sì, perché non ci sono giocatori tecnicamente forti a centrocampo. È necessario per la Lazio sfruttare gli esterni, il lavoro che sa fare Castellanos e poi Dia che è un buon giocatore. La Lazio probabilmente giocherà così, poi dipende dall’avversario. Il Genoa voleva fare un tipo di gioco e non c’è riuscito. Il Torino arriva a Roma non so se più per portare a casa il pareggio o provare la vittoria come ha fatto con la Roma, giocando la sua partita. Dipende molto da questo, la Lazio poi si adatta”.