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IL TEMA

Dalle critiche alla plusvalenza: Milinkovic-Savic e il percorso al Toro

Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 
La traversa su punizione, le panchine, gli errori e la crescita, fino alla plusvalenza: la storia di Vanja in granata

Arrivato come il Donnarumma serbo, quella traversa su punizione e poi il cambiamento drastico da riserva a titolare. Il cammino di Vanja Milinkovic-Savic al Torino è stato lungo e particolare. Un ragazzo su cui il club aveva deciso di investire ai tempi di Petrachi e poi la stessa decisione è stata presa anche sotto la gestione Vagnati, ma con una differenza: Vanja doveva fare il titolare. I granata hanno avuto pazienza e alla fine è stato valorizzato a tal punto da essere venduto ai Campioni d’Italia in carica.

Vanja, le critiche e la plusvalenza: la sua storia al Toro

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Di certo un trasferimento del genere era inaspettato fino a qualche anno fa, anzi forse a fino a poco meno di un anno fa. Con l’arrivo di Juric in panchina il ragazzone serbo si è preso la porta, ma non ha mai convinto pienamente. Eppure il suo è stato un percorso di crescita. Agli inizi, quando arrivò con Mihajlovic in panchina era il vice o terzo portiere. Di lui si parlò più per la traversa presa su punizione in Coppa Italia che per parate fatte o minuti giocati. Da lì una serie di prestiti poco proficui fino alla valorizzazione in casa Toro. Juric ci ha investito, ma nella prima annata con il croato in panchina non fu tutto semplice. L’alternanza con Berisha poteva far pensare a un accantonamento di Vanja, che invece l’anno dopo è diventato titolare.

Il lavoro svolto dagli allenatori e dai preparatori dei portieri che si sono susseguiti è stato sulla tecnica individuale, ma soprattutto sulla testa del ragazzo. Quando Milinkovic-Savic ha cambiato la sua mentalità, il suo rendimento si è alzato di partita in partita. In questa stagione poi la consacrazione. I rigori parati, gli interventi decisivi…Insomma Vanja da giocatore iper criticato dai tifosi, è diventato un punto di riferimento con Vanoli in panchina. Nell’annata 2024/25 sembravano lontane le scaramucce con i tifosi, perché ora tutti avevano fiducia in lui. Una crescita che lo porta però a dire addio, ad andare al Napoli. Il Toro perde ora un portiere formato e competitivo, pur generando una plusvalenza importante. Ora ritroverà quel Buongiorno con cui ha sempre avuto una buona intesa in granata. Il Toro, invece, ripartirà da Israel. Un altro giovane su cui investire.